venerdì,Novembre 29 2024

Omicidio Ripepi a Piscopio, due fermi di indiziato di delitto – Video

Si tratta del cognato, che ha confessato il fatto di sangue, e del figlio della vittima. I maltrattamenti all’ex moglie ed ai due figli alla base del delitto. Grande sinergia fra carabinieri e polizia 

Omicidio Ripepi a Piscopio, due fermi di indiziato di delitto – Video

Si è costituita ai carabinieri del comando provinciale di Vibo Valentia la persona che ha ammesso di essere l’esecutore materiale dell’omicidio di Massimo Ripepi, avvenuto lo scorso 21 ottobre intorno alle 13:30 a Piscopio. Accompagnato dall’avvocato Adele Manno, proprio legale di fiducia, Giuseppe Carnovale, 48 anni ex cognato della vittima, si è assunto le proprie responsabilità ed al termine dell’interrogatorio è stato posto in stato di fermo. Lo stesso provvedimento è stato disposto dalla Procura di Vibo Valentia nei confronti del figlio maggiore della vittima, Michele Ripepi, 18 anni che avrebbe fornito ausilio allo zio nelle fasi concitate della fuga dal luogo del delitto. L’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Vibo Valentia (pm Corrado Caputo) e condotta sul campo dal personale della Stazione carabinieri di Vibo Valentia unitamente a quello della Squadra Mobile della Questura, anche alla luce delle dichiarazioni rese, ha restituito elementi precisi, concordanti e confermanti il quadro indiziario. Ad incastrare l’ex cognato ed il figlio maggiore della vittima, oltre ad alcune dichiarazioni rese da testimoni, si sono rese utili le immagini di videosorveglianza reperite sul territorio da carabinieri e polizia. Il movente del delitto è da ricondurre ai ripetuti maltrattamenti che la vittima rivolgeva ai danni dei propri due figli e della ex moglie. La vittima era già rimasta coinvolta in un agguato il 4 giugno 2017 quando ad esplodere i colpi era stato il figlio minore R.C., 17 anni, che proprio per questo motivo si trova ancora ristretto nell’istituto penitenziario minorile di Catanzaro. Sia Giuseppe Carnovale che Michele Ripepi sono stati trasferiti in carcere. Ad appena tre giorni dal delitto, la perfetta sinergia fra i carabinieri della Stazione di Vibo ed i poliziotti della Squadra Mobile ha quindi portato a chiudere il cerchio su un omicidio che aveva destato scalpore per le modalità dell’esecuzione ed il luogo scelto per portare a termine la missione di morte. 

 

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