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Provinciali, il Pd chiude le porte ai “traditori”: l’unità del “centrosinistra” verso il naufragio

«Nessuno si faccia illusioni - afferma il segretario provinciale Insardà -. Non ci sarà nessun ritorno ad un passato di tradimenti e di slealtà»

Provinciali, il Pd chiude le porte ai “traditori”: l’unità del “centrosinistra” verso il naufragio

«Il clima che si respira in queste ore, alla vigilia delle elezioni provinciali fa amaramente riflettere. L’alluvione che ha colpito larghe fasce del territorio provinciale vibonese, mettendo in evidenza il grave stato di dissesto idrogeologico del territorio, ed isolando molti paesi nel comprensorio angitolano, meriterebbe una classe dirigente in grado di misurarsi con serietà su temi che interessano i cittadini vibonesi. Invece c’è ancora chi si esercita in alchimie pensando di utilizzare le elezioni provinciali per tentare operazioni di autoriciclaggio politico». È duro il commento del segretario del Partito democratico di Vibo Valentia Enzo Insardà, in merito alle ultime uscite da parte di esponenti del cosiddetto “gruppo degli ex”, in procinto di allestire una lista in vista delle elezioni provinciali del 31 ottobre a Vibo con l’intento di federarsi proprio con il Pd. Un proposito, quello manifestato più o meno espicitamente dagli ex presidenti di Provincia Francesco De Nisi e Gaetano Bruni, dall’ex vicepresidente della Provincia Pasquale Fera, dall’ex dirigente dem Michele Soriano e dall’ex consigliere regionale Pietro Giamborino – già protagonisti di alterne vicende e burrascosi rapporti proprio con il Partito democratico provinciale – che ora rischia seriamente di naufragare, se non è già affondato sul nascere. (L’articolo prosegue sotto la pubblicità)

«A questo punto – riferisce Insardà -, mi pare opportuno precisare con chiarezza che il Partito democratico, con tutti i suoi sindaci e le tante amministrazioni, che rappresentano la stragrande maggioranza del territorio provinciale vibonese, lavora da giorni all’elaborazione per la Provincia di una proposta politica aperta ed inclusiva, che mira ad ottenere il voto e la preferenza di tutti. Ciò non si traduce, ovviamente, come qualcuno vorrebbe far pensare, in una scelta di riaprire le porte del partito a chi ne ha violato le regole e minato la credibilità con una serie di atti politici noti a tutti. Nessuno si faccia dunque illusioni, o pensi di poter provocare gratuitamente: siamo e rimaniamo aperti al contributo elettorale di tutti, ma nessun ritorno ad un passato di tradimenti, di slealtà e di gravi atti perpetrati contro il Pd, i suoi dirigenti, i sindaci, ed i suoi amministratori».

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