Parco a Vibo Marina, dopo Italcementi sono i sindacati a frenare e sollevare dubbi
Patania (Confasi) chiede di conoscere il ruolo del Comune, della Provincia e della Regione in questo progetto di riconversione del sito della frazione
Nella giornata di ieri la ferma presa di posizione da parte dell’azienda cementiera di Bergamo. Oggi si muovono i sindacati. Tra i due, l’intervento di Alfonsino Grillo, presidente della Eiponieon Projet Center srl (nonchè ex consigliere regionale, provinciale e già sindaco di Gerocarne), mirato a fare chiarezza. Nasce tra freni e dubbi il progetto del Parco polivalente, presentato mercoledì scorso al 501 hotel da Alfonsino Grillo e altri componenti della Eiponieon Projet Center srl, che dovrebbe essere realizzato (nello loro intenzioni) nell’area dello stabilimento dell’ex Italcementi di Vibo Marina. Il primo altolà è giunto dunque da Bergamo: i vertici dell’azienda – ricordiamo – hanno, infatti, fatto presente che la «Italcementi intende sottolineare la propria estraneità rispetto a nuove iniziative di utilizzo del sito di Vibo Marina. L’asset industriale è in vendita – è stato spiegato dall’ufficio stampa – ma le interlocuzioni per una sua cessione non hanno finora prodotto niente di tangibile. I progetti presentati sono stati predisposti senza un preventivo confronto con la proprietà del sito». Quindi è arrivata la replica di Alfonsino Grillo che, con la Eiponieon Projet Center srl è l’autore dell’idea progettuale. Quest’ultimo ha riferito che la Italcementi dice la verità su entrambi i punti, ma – ha osservato, tra l’altro, Grillo – «la nostra è una doppia operazione che facciamo nell’interesse di tutti, anche di Italcementi, vale a dire riconvertire il sito dismesso e costruire una delle opere più grandi e significative mai realizzate in Calabria». E, poi, se dovesse saltare la trattativa con la Italcementi ci sarebbe – secondo Alfonsino Grillo – anche un piano B. [Continua in basso]
Pensieri e parole che, però, non hanno affatto convinto la Confasi (Confederazione autonoma sindacati italiani) che, per bocca del suo segretario provinciale Giovanni Patania, non ha mancato di sollevare perplessità in merito alla possibile realizzazione dell’opera che prevede, tra l’altro, un costo di oltre 200 milioni di euro, a struttura terminata, e l’assunzione di circa duemila dipendenti, secondo le previsioni di Grillo e compagni. Patania confessa innanzitutto di avere un sospetto: vale a dire che tale iniziativa «possa essere più un’operazione elettorale che commerciale, in quanto – rimarca l’interessato – siamo a pochi mesi dal voto per le regionali e, dunque, il dubbio sorge spontaneo». Entrando, invece, nel merito della proposta progettuale, il sindacalista vibonese intende capire il ruolo dell’amministrazione comunale di Vibo Valentia in questo progetto «visto che – aggiunge – il terreno ricade nell’area comunale, quindi capire come fare con la proprietà del terreno in questione, in quanto – scrive il sindacalista – l’area è dei tedeschi. Si ha già l’accordo in mano con la proprietà per la cessione del terreno in questione? Dalla replica della Italcementi mi sembra di capire di no. Assolutamente no».
Ma non basta: il segretario provinciale della Confasi chiede anche di sapere se il costo della bonifica dell’area interessata (33 ettari) «sia compreso o meno nella somma finanziata, visto che per la bonifica del sito si parla di almeno 200 milioni di euro». Dunque, ribadisce Patania, «i dubbi ci sono e chiedo pertanto ai promotori del progetto in questione, per rispetto soprattutto della cittadinanza, di chiarire al più presto quanto esposto». Al Comune di Vibo Valentia, alla Provincia e alla Regione Calabria, il sindacalista chiede infine di chiarire il rispettivo ruolo in questo progetto di riconversione del sito.
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