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Rinascita Scott: Mantella, il controesame dell’avvocato Talarico e i documenti da acquisire

Il penalista ha rivolto al collaboratore diverse domande sul medico Alfonso Luciano onde smentire le dichiarazioni rilasciate nelle precedenti udienze

Rinascita Scott: Mantella, il controesame dell’avvocato Talarico e i documenti da acquisire

E’ continuato il 5 luglio scorso il lungo controesame dell’avvocato Marco Talarico al collaboratore di giustizia Andrea Mantella nel corso del maxiprocesso Rinascita Scott che si sta tenendo dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia dove Mantella è anche imputato. Diversi i documenti di cui il penalista vibonese ha chiesto la produzione onde smentire il collaboratore. Analizzati minuziosamente anche i periodi di detenzione carceraria di Andrea Mantella nei vari istituti di pena. Il tutto per dimostrare che, per gran lunghi periodi, Mantella si è trovato nel corso della sua vita in regime di detenzione. In particolare, al centro delle domande del difensore l’affermazione resa da Mantella nel corso dell’udienza del 22 aprile scorso nel corso della quale aveva dichiarato di aver fatto «più carcere da collaboratore di giustizia che non da mafioso». L’avvocato Marco Talarico ha quindi prodotto il certificato del Ministero attestante i periodi di carcerazione subiti da Mantella con lo stesso che ha quindi ammesso di essere libero dal «14 giugno 2016», seppure inserito nello speciale programma di protezione destinato ai collaboratori di giustizia. [Continua in basso]

L’aula bunker di Lamezia

Diverse le domande rivolte dall’avvocato sulla figura del medico-legale Alfonso Luciano, direttore sanitario del carcere di Vibo, che Andrea Mantella nelle precedenti udienze aveva indicato come «in mano ai Bonavota» e vicino ad altri clan. Dopo l’opposizione registrata su tali domande dal pubblico ministero e l’ammissione delle stesse da parte del Tribunale, il legale ha fatto presente come durante i periodi di detenzione in carcere a Vibo Valentia, nonostante le numerose istanze di incompatibilità carceraria formulate dal detenuto Andrea Mantella, questi si sia sempre visto respingere qualsiasi beneficio sanitario con conseguente continuazione dello stato di detenzione.

Sulle paventate patologie psichiatriche simulate da Andrea Mantella, anche auto-infliggendosi  segni  religiosi sul corpo,  è quindi emerso che il dottore Alfonso Luciano aveva relazionato sulle stesse qualificandole come «grossolane simulazioni di malattie mentali», con ciò negando quei ricoveri richiesti da Andrea Mantella e invece concessi da altre carceri. Tutto ciò per smentire l’asserita vicinanza del medico Alfonso Luciano al clan Bonavota di Sant’Onofrio, consorteria a quel tempo legata a Mantella. [Continua in basso]

Sul  punto dell’inverosimiglianza delle dichiarazioni del collaboratore e sulla figura del dottore Alfonso Luciano – inserito peraltro nel memoriale redatto da Mantella fra i medici ritenuti vicini ai clan Lo Bianco e Mancuso – l’avvocato Talarico ha poi invitato la Dda di Catanzaro a contraddirlo e comunque ad esibire tutte le relazioni carcerarie a firma del dott. Alfonso Luciano, già scandagliate ed acquisite dalla Dda e che, secondo il penalista «provano la falsità del dichiarato del Mantella ma soprattutto il corretto operato del sanitario che, dopo indagini effettuate nel 2016,  non è mai stato nè indagato, nè imputato nel processo Rinascita Scott o in altri processi connessi». Il pm Annamaria Frustaci ha sul punto assicurato l’esibizione di tutta la documentazione sanitaria.

Paolino Lo Bianco

Circa poi le “confidenze” che, secondo Mantella, il dottore Luciano avrebbe fatto in ordine all’esecuzione dell’operazione Asterix della Procura di Vibo Valentia, scattata nel marzo del 2005, consentendo così la latitanza di Mantella, l’avvocato Talarico ha fatto osservare che la stessa confidenza (per come riferito da Mantella) avrebbe ricevuto pure il coimputato Paolino Lo Bianco, il quale è stato però arrestato nel blitz a differenza di Mantella. Sul punto Mantella ha riferito di non ricordare se Paolino Lo Bianco fosse stato arrestato nell’operazione Asterix o si fosse dato alla latitanza.  

Chiesti, infine, a Mantella chiarimenti sulla scelta di collaborare con la giustizia e sul timore di finire anche lui ucciso dopo l’omicidio di Francesco Scrugli (braccio-destro dello stesso Mantella) il 21 marzo del 2012.

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