Emergenza cinghiali nel Vibonese: danni agli agricoltori incalcolabili
Manifestazione di protesta in programma a Maierato. Aderisce anche la Cia. Chiesto un immediato intervento di tutte le istituzioni. Pericoli pure per la salute umana per via della tubercolosi
E’ sempre più emergenza cinghiali nel Vibonese con pesanti danni all’intero comparto agricolo. E’ proprio per difendere la “dignità dell’agricoltura” in una vasta area della provincia di Vibo, colpita dalle scorribande dei cinghiali, è stata indetta un’importante manifestazione di protesta da parte del Comitato “per la difesa della dignità dell’agricoltura nel comprensorio di Maierato – Sant’Onofrio – Stefanaconi – Filogaso – Pizzo”. Appuntamento venerdì a Maierato alle ore 20.30, con la Cia – Agricoltori Italiani Calabria Sud che ha comunica la propria adesione e sostegno alla manifestazione di protesta per i danni cagionati dai cinghiali alle colture agricole. Una manifestazione che vuol essere anche una richiesta forte a Regione, Provincia, Prefettura e Ministero dell’Ambiente per individuare al più presto interventi mirati ed atti a fermare i danni causati dai cinghiali. Le richieste inoltrate in tal senso negli anni a tutte le istituzioni “sono rimaste inascoltate – ricorda la Cia – e non abbiamo ottenuto risultati, vista la quasi totale insensibilità istituzionale”. Anni in cui sono stati convocati più volte tavoli e riunioni “promettendo sempre interventi, anche straordinari, che puntualmente non sono mai arrivati”. E’ la stessa Cia-Agricoltori a ricordare che la “problematica dei danni nasce quando, al fine di soddisfare le ludiche richieste provenienti dal mondo venatorio, sono state effettuate ripetute campagne di immissioni con una specie alloctona, aventi dimensioni e prolificità elevate anche in territori dove il cinghiale non è mai esistito”. Ripopolamenti di cui negli anni si è resa protagonista la Provincia di Vibo Valentia che non pochi cinghiali ha liberato – dopo averli acquistati in appositi allevamenti – in accordo con le associazioni dei cacciatori. Un ripopolamento sfuggito di mano, poiché i cinghiali si sono poi riprodotti velocemente distruggendo raccolti e terreni, spingendosi quasi sino ai centri abitati. “I danni che questo animale alieno – ricorda la Cia – arreca con le sue scorribande notturne non solo alle colture ma anche all’ambiente sono incalcolabili. I cinghiali distruggono tutta la fauna che nidifica a terra e diverse specie stanno scomparendo o sono già scomparse. Oltre ai danni, c’è molta preoccupazione per il settore zootecnico poiché diversi cinghiali abbattuti sono risultati affetti da tubercolosi, in base a quanto accertato dai servizi veterinari, malattia che è facilmente trasmissibile agli altri animali ed anche all’uomo. Essendo il cinghiale animale selvatico e in continuo movimento, è assai probabile la diffusione territoriale della malattia. Ciò sarebbe catastrofico per il settore zootecnico calabrese”. Una situazione grave, insostenibile e non governata, dunque, con incidenti che si registrano ogni giorno. “I provvedimenti finora adottati sono quasi inesistenti ed inefficaci – sottolineano gli agricoltori – e non ci si può affidare al solo piano di selezione che la Regione Calabria ha messo in atto a macchia di leopardo senza nessun risultato concreto, vista la velocità di riproduzione che questi animali hanno. Servono interventi straordinari immediati”. È’ di pochi giorni addietro l’ennesimo incontro tenutosi alla Regione Calabria dove sono state ribadite da parte della Cia –Agricoltori Italiani della Calabria le richieste e le proposte che ormai da anni si stanno inoltrando, anche nella Consulta faunistica venatoria regionale, senza ottenere risposta alcuna. Tra le principali: eradicazione della specie cinghiale nelle zone a vocazione agricola; rotazione annuale delle squadre nelle aree di caccia; autodifesa degli agricoltori che muniti di porto di fucile e licenza di caccia possono abbattere i cinghiali nei propri fondi.
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