mercoledì,Novembre 27 2024

Strada del Mare chiusa: monumento all’incapacità politica e gestionale

Dieci mesi non sono bastati per compiere concreti passi in avanti per la riapertura. Il colpevole silenzio della Provincia di Vibo, le mancate risposte ai cittadini ed il ruolo del Comune di Joppolo

Strada del Mare chiusa: monumento all’incapacità politica e gestionale

Continua a far discutere la chiusura della Strada del Mare nel tratto fra Coccorino e Joppolo e che sta paralizzando l’unica via di comunicazione lungo la costa fra la provincia di Vibo Valentia e quella di Reggio Calabria, con gravissimi disagi per l’intero comparto turistico che ha il suo epicentro a Tropea, centro non più raggiungibile da Nicotera se non percorrendo una ex mulattiera. Sono passati quasi dieci mesi dalla chiusura della Strada del Mare a causa della caduta di un masso. Dieci mesi nel corso dei quali la Provincia di Vibo Valentia – ente proprietario della strada – non è riuscita a fare nulla di concreto per ripristinare la circolazione stradale, se non dirottare l’intero traffico su altra strada provinciale lasciata però in colpevole stato di abbandono, stretta e pericolosa. Nonostante l’arrivo dei vacanzieri, la Provincia di Vibo non ha mosso un dito per riparare le tante buche presenti ai margini di tale strada (la provinciale numero 25 che conduce pure a Monte Poro) e neppure si è degnata di tagliare le erbacce e le canne che continuano a crescere rigogliose restringendo ulteriormente la carreggiata. A rompere il silenzio su una situazione a dir poco vergognosa è ancora una volta il “comitato Strada del Mare” che punta l’indice – oltre che sulla Provincia di Vibo – pure contro “l’amministrazione comunale di Joppolo che non ha mai informato correttamente i cittadini sullo stato delle cose e soltanto dopo la nostra discesa in piazza – aggiunge il comitato – c’è stato da parte del Comune un atto concreto quanto discutibile”. Già, perché dopo dieci mesi di silenzi, omissioni e qualche parola rimasta lettera morta, nulla si sa sulle “misure tangibili messe in atto per arrivare alla riapertura della strada – spiega il comitato – con l’amministrazione comunale di Joppolo che, attraverso un’apposita delibera di giunta, la numero 43 del 30 maggio scorso, ha addirittura chiesto alla Provincia l’apertura della Strada del Mare per motivi di ordine pubblico e sicurezza per poi però fare marcia indietro e nascondersi dietro scuse fuorvianti una volta chiarito che l’emanazione di tale ordinanza è un atto di esclusiva competenza del Comune e spetta al sindaco”. Entro dieci giorni dall’incontro del 30 luglio scorso, la Provincia di Vibo si era inoltre impegnata a depositare tutti gli atti in merito a quanto realizzato per arrivare alla riapertura della strada, ma sino alla scorsa settimana, come constatato personalmente da Giovanni Capua, promotore del comitato per la riapertura della strada, in Prefettura a Vibo non era stato depositato nulla. Dalla Provincia, il presidente facente funzioni, Alfredo Lo Bianco, e l’ufficio Lavori pubblici con i vari dirigenti e funzionari, vogliono quindi rompere l’assordante silenzio e comunicare all’intera regione, ed ai tanti turisti e cittadini costretti a peripezie per raggiungere Capo Vaticano e Tropea dalla provincia di Reggio e viceversa, quali atti hanno depositato in Prefettura? O pensano di potersi trincerare in eterno nel silenzio? E dal Comune di Joppolo qualcuno “si è degnato di andare a sindacare in Prefettura in merito agli atti che la Provincia doveva depositare”? Interrogativi che si pone il comitato “Strada del Mare” insieme ad altri ancor più seri. “Il 19 luglio – spiega Capua – avevo depositato due diverse richieste di accesso agli atti amministrativi ai sensi dell’art. 5, comma 2, del D.Lgs. 33/2013, al Comune di Joppolo ed alla Provincia di Vibo Valentia per far luce su intenzioni, strani appalti e somme urgenze. Ampiamente scaduti i termini di 30 giorni nessuna risposta e questo è esplicativo del rispetto che gli enti pubblici hanno a queste latitudini per i cittadini e per le leggi dello Stato, contravvenendo ai propri doveri e al principio di trasparenza. È proprio quando viene represso il controllo dei cittadini che si arriva ai disastri di oggi ed in merito a ciò richiederò separatamente un intervento delle autorità competenti a tutela del pubblico interesse. La dura e triste verità è che questo catastrofico masso è caduto nel periodo più buio della storia di Joppolo. Dal 1959 è il primo anno che passiamo ferragosto e tutta l’estate con la strada chiusa e così sarà per lungo tempo. Nelle varie occasioni ho udito personalmente “siamo tutti dalla stessa parte, siamo con voi come cittadini”, ma devo precisare che di dubbi non ce ne sono perché mai si è agito come dei veri amministratori operando ciascuno secondo il proprio ruolo. I risultati – conclude Giovanni Capua – sono sotto gli occhi di tutti”. Intanto il comitato “Strada del Mare” si prepara a partecipare all’incontro con il presidente della giunta della Regione Calabria, Mario Oliverio, che si terrà a Catanzaro il 27 agosto, unitamente al Movimento 14 Luglio che da anni si batte con coraggio per i diritti fondamentali di tutti, mobilità inclusa.          Da parte nostra come testata Il Vibonese.it continueremo a tenera alta l’attenzione su questa vergogna che offre un’immagine pessima dell’intera Calabria e del turismo nella nostra regione. Chiariamo subito: se il presidente facente funzioni della Provincia di Vibo, Alfredo Lo Bianco, e l’ufficio Lavori pubblici dell’ente pensano di poter continuare con la via del silenzio anziché fornire risposte ai cittadini, sbagliano di grosso. C’è una richiesta di accesso agli atti alla quale hanno il dovere di dare corso. Ed in tempi rapidi, anzi rapidissimi, atteso che di tempo in questa vicenda ne è stato perso parecchio. Come testata giornalistica invitiamo inoltre l’ente Provincia a far conoscere pubblicamente  (visto che i comunicati stampa per cose ben più risibili si sprecano) cosa sinora ha fatto in dieci mesi per arrivare alla riapertura della strada, quali atti ha prodotto, quali interventi di messa in sicurezza ha posto in essere, quanti soldi ha speso e come li ha spesi. Facciano parlare le carte, perché per parte nostra non daremo tregua per far luce su tale vergogna. Ritorneremo presto ad occuparci delle modalità di chiusura della strada attraverso terra ammassata alla rinfusa e blocchi di cemento posizionati con cartelli sistemati alla meno peggio. Una chiusura che, così come attuata, non rispetta i dettami del Codice della Strada e viola palesemente anche il codice penale. Indicheremo presto la sfilza dei reati che si stanno commettendo e rivolgiamo l’invito a volerci veder chiaro anche alla Procura di Vibo di cui ben conosciamo ed apprezziamo l’attenzione verso le diverse situazioni che interessano il Vibonese e la pubblica incolumità. Invitiamo inoltre la Provincia di Vibo a voler mettere in sicurezza al più presto la strada provinciale numero 25 sulla quale è stato deviato il traffico: manca l’asfalto in molti punti e nulla è stato fatto per tagliare la vegetazione che copre la visuale ai mezzi in transito. Quanto ai Comuni di Ricadi, Spilinga, Limbadi, Tropea e Nicotera ed ai loro amministratori e commissari, l’invito a fare la loro parte poiché la chiusura della Strada del Mare – ove non l’avessero ancora capito – non interessa solo Joppolo e la sua frazione Coccorino ma anche i loro paesi, sempre più isolati e sempre più difficili da raggiungere. Il tempo delle chiacchiere e degli annunci di una politica sempre più inconcludente è davvero finito. Amministratori che danno risposte in tempi biblici non servono ai cittadini. In foto: il presidente della Provincia di Vibo, Alfredo Lo Bianco, ed il sindaco di Joppolo Carmelo Mazza

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