ESCLUSIVO/ ‘Ndrangheta: lo scontro fra i clan Cracolici e Bonavota nei verbali inediti del pentito Costantino
Il collaboratore di giustizia di Maierato svela affari e dinamiche criminali al pm della Dda Antonio De Bernardo. Un racconto lucido e dettagliato su diversi “personaggi” del Vibonese
Entra in scena un nuovo collaboratore di giustizia nel processo “Conquista” contro il clan Bonavota di Sant’Onofrio. Si chiama Francesco Costantino, ha 55 anni, ed è originario di Maierato pur essendo entrato nei circuiti criminali nel carcere di Torino nel 1986 “tramite Giuseppe Campisi” di Nicotera, sposato con una Buccafusca e ritenuto “personaggio di elevato spessore criminale operante nel Nord Italia per conto della famiglia Mancuso di Limbadi e nello specifico di Giuseppe Mancuso detto ‘Mbroghija” che ho pure personalmente conosciuto”. Le dichiarazioni di Francesco Costantino sono state raccolte il 19 luglio scorso dal pm della Dda di Catanzaro Antonio De Bernardo (in foto insieme al procuratore Nicola Gratteri), coadiuvato ai fini investigativi dai carabinieri del Ros e del Nucleo Investigativo di Vibo. Francesco Costantino dichiara di essersi trasferito in Piemonte da giovane, ma di non essere stato “mai abbandonato dai Cracolici di Maierato e Filogaso” che rappresentavano le sue “credenziali” nel mondo criminale. “Ero ritenuto un intraneo alla famiglia Cracolici per il solo fatto di essere cresciuto con loro, pur non essendo mai stato oggetto di un rito formale di affiliazione alla ‘ndrangheta. I Cracolici – spiega il collaboratore – come famiglia mafiosa erano già presenti in Piemonte. In particolare nella zona di Novara c’era Mario Cracolici, mentre Antonino era presente nella zona di Milano. Varie volte Cracolici Raffaele è venuto al Nord per garantire sulla nostra persona con altri rappresentanti della ‘ndrangheta operanti in Piemonte e Lombardia. Con Cracolici Raffaele ho trattato anche l’acquisto di sostanze stupefacenti. Non ho mai reciso i miei rapporti con i Cracolici”. Quindi la descrizione della “caratura” criminale dei Cracolici, una “famiglia mafiosa operante prevalentemente a Maierato e territori limitrofi ove esercitavano un pressante controllo del territorio. Era un vero e proprio gruppo ‘ndranghetistico – dichiara Francesco Costantino – con una sua struttura interna ed era rispettato e temuto dalla popolazione e dalle altre famiglie. Commettevano molti reati e so anche che questi si occupavano altresì del furto di tir lungo l’autostrada. Sia Alfredo Cracolici che Raffaele Cracolici (in foto in alto) si rapportavano con i rappresentanti di vertice di altre famiglie criminali. Chiunque si presentava a Maierato e territori limitrofi per effettuare dei lavori doveva rivolgersi ai Cracolici. Il capo bastone di Maierato era Raffaele Cracolici, mentre il capo bastone di Filogaso era Alfredo Cracolici. Erano strutturati come una vera famiglia di ‘ndrangheta ed esercitavano la loro egemonia oltre che su Maierato e Filogaso, anche nel vicino comune di Sant’Onofrio. Pe tale motivo nacquero successivamente i problemi con i Bonavota che portarono alla nascita di uno scontro”. Francesco Costantino entra poi nel “cuore” dello scontro fra i Cracolici ed i Bonavota “gruppo familiare inserito in contesti criminali e facente parte della ‘ndrangheta di cui all’epoca il reggente e responsabile – dichiara – era Pasquale Bonavota e ne faceva parte anche il fratello, ovvero Domenico, e lo zio di questi che veniva chiamato Micu i Mela, oltre ad affiliati come gli Arona e De Fina. Si tratta di un gruppo ‘ndranghetistico strutturato come i Cracolici che esercita la sua influenza a Sant’Onofrio e, dopo la morte dei Cracolici, anche a Maierato e Pizzo, nonché a Moncalieri e Carmagnola in Piemonte. Lo scontro fra i Cracolici ed i Bonavota ed il ruolo di Mantella. Il collaboratore Francesco Costantino si addentra quindi a meglio spiegare i contrasti fra i Cracolici ed i Bonavota. “L’origine dello scontro tra i Cracolici ed i Bonavota era dovuto a contrasti sorti per la gestione degli affari illeciti nell’area industriale di Maierato dove era in previsione l’apertura di varie attività commerciali. In tale periodo ho saputo da Raffaele Cracolici che non veniva sferrato un attacco diretto nei confronti dei Bonavota perché gli stessi si erano alleati con altri gruppi criminali del Vibonese ed in particolare con Andrea Mantella, soggetto che io non conoscevo direttamente, con tale Fruci e con due fratelli di Filadelfia che vendevano la frutta alla Marinella di Pizzo. Anche gli Anello di Filadelfia si erano schierati con i Bonavota. Si trattava di soggetti prima amici dei Cracolici che ora però gli stavano voltando le spalle. Raffaele Cracolici – ricorda ancora il pentito Costantino – mi raccontò anche che si era accorto che Mantella, unitamente ad altre tre persone, lo stava seguendo e lui era riuscito a scappare con abili manovre con la sua autovettura tra le stradine di montagna. Un episodio avvenuto dopo l’omicidio di Alfredo Cracolici ed il tentato omicidio dell’acquaiolo. Anche Andrea Mantella (in foto in basso) era quindi un possibile obiettivo dei Cracolici”. Alfredo Cracolici è stato ucciso l’8 febbraio del 2002, mentre il fratello Raffaele, detto “Lele Palermo” è stato freddato a Pizzo il 4 maggio del 2004. (1/Continua)
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