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Corruzione in atti giudiziari: chiesti 8 anni per l’avvocato Armando Veneto

Nella vicenda sono coinvolti anche due vibonesi che hanno però scelto il processo con rito ordinario. Esponenti del clan Bellocco di Rosarno avrebbero consegnato denaro al defunto giudice Giusti

Corruzione in atti giudiziari: chiesti 8 anni per l’avvocato Armando Veneto
Armando Veneto

Otto anni di reclusione sono stati chiesti dalla Dda di Catanzaro nei confronti dell’avvocato Armando Veneto del foro di Palmi, 86 anni (ex deputato ed ex parlamentare europeo dell’Udeur, già sindaco di Palmi con il Partito popolare, già sottosegretario al Ministero delle Finanze e dal 2016 presidente del Consiglio delle Camere Penali italiane), nell’ambito di un processo con rito abbreviato che mira a far luce su un presunto accordo corruttivo tra un giudice ed esponenti della ‘ndrangheta di Rosarno al fine di ottenere una scarcerazione. Stessa pena ad 8 anni di reclusione ciascuno è stata chiesta per: Domenico Bellocco, alias “Micu u longu”, 44 anni, di Rosarno, e Rosario Marcellino, 47 anni, di Rosarno. Quattro anni sono stati invece chiesti per Vincenzo Albanese, 44 anni, di Rosarno

Le arringhe difensive sono in programma il per 12 novembre mentre il 24 novembre avrà inizio il processo con rito ordinario nei confronti di Vincenzo Puntoriero, 67 anni, originario di Rosarno ma residente da tempo a Vibo Valentia (arrestato nell’operazione “Rinascita-Scott”) e Gregorio Puntoriero, 42 anni, di Vibo Valentia. [Continua in basso]

Vincenzo Puntoriero

Per l’avvocato Armando Veneto i reati ipotizzati sono quelli di concorso in corruzione e concorso esterno in associazione mafiosa. Per tutti gli altri i reati ipotizzati sono quelli di corruzione in atti giudiziari aggravata dalle finalità mafiose. In cambio di una scarcerazione di un componente del clan Bellocco sarebbe stato consegnato denaro al giudice Giancarlo Giusti (deceduto) per magistrato relatore al Tribunale del Riesame di Reggio Calabria.
Le contestazioni risalgono ad agosto 2009. Il giudice Giusti avrebbe accettato la somma complessiva di 120mila euro da Rocco Bellocco, Rocco Gallo, Giuseppe Gallo e Gaetano Gallo (già giudicati separatamente) e da Domenico Bellocco. La dazione di denaro sarebbe stata finalizzata – attraverso l’intercessione con Giusti da parte dei due Puntoriero e dell’avvocato Veneto – ad ottenere la scarcerazione di Domenico Bellocco (cl. ’80), figlio di Rocco Bellocco, e cugino di Domenico Bellocco cl. ’77.
Armando Veneto, Vincenzo Puntoriero, Gregorio Puntoriero, Vincenzo Albanese, Giuseppe Consiglio e Rosario Marcellino sono poi accusati per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. Secondo l’accusa, in forza del rapporto di amicizia con il giudice Giusti “avrebbero fornito un concreto apporto al rafforzamento della cosca Bellocco di Rosarno.

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