Filadelfia, la santa patrona e i patroni delle sue parrocchie
Ricerca storico-religiosa nell’ultimo libro di Michele Furci “Calabria, insediamenti cristiani e origine delle Feste”
Nel suo ultimo lavoro dal titolo “Calabria, insediamenti cristiani e origine delle Feste”, Michele Furci si sofferma, in particolare, sulla realtà religiosa esistente a Filadelfia. Il sottotitolo del libro – Filadelfia, la santa patrona e i patroni delle sue parrocchie – esplicita il contenuto di una ricerca che mette in luce il secolare culto dei santi patroni in questo lembo di territorio calabrese. Sono infatti tre i capitoli che il ricercatore storico, nel suo volume, dedica ai tre santi patroni il cui culto è sempre stato vivo a Filadelfia, curando le notizie agiografiche e ricostruendo la tradizione della devozione popolare verso di loro, inserita nel contesto sociale del territorio.
Le origini delle due parrocchie centrali di Filadelfia – come sottolinea mons. Ramondino nella sua introduzione – risalgono all’antica città denominata Castelmonardo, distrutta dal terremoto del 1783 e ricostruita con il nome di Filadelfia. La chiesa madre venne istituita nel 1819 con Santa Barbara come patrona principale, mentre l’altra parrocchia è intitolata a San Teodoro. Le due parrocchie erano divise non per territorio ma per famiglie, prassi poi abrogata con decreto vescovile del 1950. La frazione di Montesoro ha, invece, come patrono San Nicola. Il riappropriarsi delle proprie radici, ricostruendo le figure e il culto di Santa Barbara e San Teodoro in Castelmonardo e Filadelfia e di San Nicola a Montesoro – osserva inoltre Foca Accetta nella prefazione del libro – è un elemento di forza che, grazie alla ricostruzione storica di Furci, permette di salvaguardare un sistema identitario messo in crisi dalla globalizzazione.
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