lunedì,Dicembre 2 2024

Regge anche dinanzi al Riesame il sequestro del by pass al depuratore di Briatico

I giudici respingono il ricorso della ditta e confermano la decisione del gip del Tribunale di Vibo. Indagini della Procura e sul campo della sezione di polizia giudiziaria, Aliquota carabinieri-Nucleo Ambiente, e dalla Capitaneria di Porto

Regge anche dinanzi al Riesame il sequestro del by pass al depuratore di Briatico

Regge anche al vaglio del Tribunale del Riesame il sequestro disposto dal gip del Tribunale di Vibo Valentia, Marina Russo, del depuratore comunale di località San Giorgio di Briatico affidato in gestione alla ditta Ecotec di Lamezia Terme. La difesa della ditta aveva infatti presentato ricorso al Riesame avverso la misura cautelare reale del gip che aveva accolto il 15 giugno scorso la richiesta del pm della Procura di Vibo, Benedetta Callea. Un sequestro operato dalla sezione di polizia giudiziaria della Procura, Aliquota carabinieri-Nucleo Ambiente (guidati da Gaetano Vaccari), e dalla Capitaneria di Porto di Vibo Marina che avevano redatto un’apposita informativa che ha poi portato la Procura di Vibo, guidata dal procuratore Bruno Giordano, a ipotizzare i reati di: inquinamento ambientale, danneggiamento delle acque pubbliche costiere, violazione della normativa ambientale e paesaggistica, danneggiamento delle acque pubbliche costiere, violazione della normativa ambientale e paesaggistica. Il Tribunale del Riesame ha respinto le argomentazioni della difesa della Ecotec, riservandosi il deposito delle motivazioni alla base della propria decisione. Di certo, già allo stato si può affermare che pure per il Riesame la libera disponibilità del depuratore potrebbe aggravare o protrarre le conseguenze del reato o agevolare la commissione di altri reati, così come sostenuto dal gip. Dalle indagini emerge infatti che nell’impianto di depurazione comunale di località San Giorgio era stato realizzato un sistema di by-pass non previsto, alloccato nella vasca di arrivo dei reflui fognari, costituito da una tubazione del diametro di 30 centimetri. I carabinieri del Nucleo Ambiente e gli uomini della guardia costiera avevano quindi deciso di installare un sistema di videosorveglianza al fine di monitorare l’impianto e verificarne il corretto utilizzo. Dall’analisi delle videoriprese è emerso il malfunzionamento dell’impianto ed in particolare il mancato trattamento depurativo delle acque. 

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