Comune Vibo, l’Udc attacca a testa bassa: «Il vero cataclisma è l’attuale amministrazione»
Duro intervento del coordinamento cittadino dello scudocrociato che mette in fila le responsabilità di sindaco ed esecutivo in ordine a concorsi, piano di emergenza, assessorati e decoro
«L’Amministrazione rimane impassibile rispetto al clamoroso scandalo dei concorsi annullati per violazioni di legge e regolamentari, nessun chiarimento ai cittadini, nessun contraddittorio (stranamente) con gli organi di stampa; tutto, in eloquente silenzio, viene caricato dagli amministratori sulle spalle dei dirigenti che cercano di riparare mediante la sospensione delle procedure invero già ultimate con l’approvazione delle graduatorie che, atti finali del procedimento, dovrebbero essere annullate de plano. Pare, però, che gli ospiti delle stanze comunali, sfacciatamente, non solo non tremato dinnanzi ad evidenti illegittimità degli atti ma neppure dinnanzi agli episodi tellurici che hanno interessato il Vibonese negli ultimi giorni; evidentemente le loro poltrone sono assolutamente a prova di sisma!»
È quanto afferma in un comunicato stampa il comitato cittadino dell’Udc di Vibo Valentia, riferendosi alle procedure di assunzione di quattro vigili urbani e di otto assistenti sociali, prima avviate e poi recentemente annullate da Palazzo Luigi Razza, e alla lamentata mancanza di informazione sul Piano di emergenza comunale. Se le poltrone non tremano, spiega l’Udc «viceversa le case dei cittadini hanno tremato, eccome! E se, ormai i vibonesi accettano come una punizione divina la calamità amministrativa, non possono accettare di essere impreparati davanti alle, possibili, calamità naturali. Ed allora, ben venga la proposta del consigliere Policaro che, scrupolosamente, suggerisce la larga diffusione del Piano di emergenza comunale che, coinvolgendo la sicurezza dei cittadini, non può rimanere mero adempimento tecnico-burocratico. Il coinvolgimento delle scuole – asseriscono gli sponenti dello scudocrociato -, dei Vigili del Fuoco, della Protezione civile, e della Associazioni per rendere consapevole la cittadinanza, anche mediante la diffusione di opuscoli, in caso di calamità è un’azione doverosa dinnanzi alla quale ogni tentennamento è ingiustificabile, soprattutto perché comporta zero spese. E invece, l’unica attività di prevenzione messa in atto dal Comune di Vibo è quella per la messa in sicurezza della maggioranza mediante la nomina di nuovi assessori, con criteri che offendono ed allontanano i vibonesi. Ben 250 cittadini che si sono spesi per la vittoria di Costa, vengono dichiarati inappropriati ed incompetenti dai referenti dei gruppi consiliari e dal sindaco per ricoprire la delega delle Politiche sociali; eppure i candidati avevano, ingenuamente, creduto che fosse Vibo la città che vorrei e non Pizzo!».
Viene poi definito «altrettanto curioso che, mentre il senatore Mangialavori, con la solennità di chi siede tra i banchi del Parlamento, tuonava che i problemi per la nostra città sono iniziati ai tempi di Sammarco, per tutta risposta, nel giro di poche ore, veniva premiato un ex consigliere di maggioranza della biasimata Amministrazione Sammarco, il dottor Macrì, con la coppa dell’assessorato al Bilancio; probabilmente ha una comprovata esperienza nel dissesto!? O qualche affinità, purificatrice di senatoriali colpe politiche, con i notabili che dirigono la baracca?! Per celare tutto questo andazzo non è sufficiente pubblicizzare un’opera privata di giardinaggio in terreni individuati, non per sorteggio, ma per bacino elettorale, è necessario abbandonare questo civismo difficile da digerire e tornare alla formazione politica di individui che abbiano le capacità di interpretare e soddisfare le esigenze della comunità che amministrano e non le proprie. Queste sono solo considerazioni che siamo sicuri non troveranno alcuna risposta da chi crede erroneamente di avere, ormai, carta bianca al Comune. Del resto, come tutti i cittadini, siamo abituati; salvo un cataclisma, tra questi amministratori quando ci sono argomenti seri, nessuno ascolta, nessuno vede, nessuno parla!».
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