lunedì,Dicembre 2 2024

Tropea vuole il commissariato di polizia: d’accordo gli altri Comuni e il questore

Passa all’unanimità l’istanza presentata dai primi cittadini nella seduta straordinaria del Consiglio comunale: «Uomini e mezzi per spegnere gli appetititi della criminalità»

Tropea vuole il commissariato di polizia: d’accordo gli altri Comuni e il questore
Il consiglio comunale aperto di Tropea nell'ex convento di Santa Chiara

Un consiglio comunale straordinario per presentare l’istanza di elevazione del posto fisso di polizia a commissariato. La richiesta partita dal sindaco di Tropea Giovanni Macrì è stata condivisa dai primi cittadini della Costa degli Dei: da Parghelia, a Ricadi, da Zambrone passando per Drapia e Zaccanopoli. A perorare la causa il questore di Vibo Valentia Raffaele Gargiulo e il sottosegretario per il Sud Dalila Nesci. Anche loro presenti all’assise pubblica convocata nell’ex convento Santa Chiara. «La nascita del commissariato di pubblica sicurezza – ha ribadito il primo cittadino – comporterebbe un rafforzamento di uomini e mezzi che dagli attuali 15 passerebbero a 30, oltre ad essere uno strumento di controllo maggiore di un territorio ricco che richiama gli appetiti della criminalità organizzata».

‘Ndrangheta, alcol e droga

Una cittadina turistica alle prese anche con problemi di microcriminalità: dallo spaccio di droga al consumo di alcol soprattutto durante la movida estiva, quando la perla del tirreno, passa dai 6 mila residenti a una popolazione di 70 mila abitanti. «La sicurezza – ha ribadito Nino Macrì – è alla base della crescita del territorio». La proposta nasce da una disposizione ministeriale che sta ridisegnando le postazioni di polizia, alcune andranno soppresse, altre elevate. Nel caso di Tropea, il questore ha voluto tranquillizzare la platea: «Non c’è mai stata la volontà di indebolire il territorio, ma di rafforzarlo.

La costa vibonese e gli interessi della criminalità

La realizzazione del commissariato – ha aggiunto il questore – comporterà una serie di impegni da discutere con il dipartimento della pubblica sicurezza, ma le basi ci sono tutte. Dalle migliaia di presenze turistiche che richiedono maggiore attenzione da parte delle forze dell’ordine, alle inchieste giudiziarie che si sono susseguite negli anni e che hanno dimostrato in maniera inequivocabile gli interessi della criminalità su questo tratto di costa. Dal canto suo la delegata per il sud Dalila Nesci ha già coinvolto sia il prefetto di Vibo Roberta Lulli che lo stesso questore, per attivare tutte le interlocuzioni con il Ministero dell’Interno

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