Briatico, il Presepe della comunità
Nell'edizione di quest'anno sono state introdotte nuove scene e itinerari diversi, con inoltre la partecipazione di numerosi bambini. E Gesù è un neonato figlio di immigrati romeni...
Quello che si vede di un Presepe Vivente è il frutto di un gran lavoro di squadra. Vale per San Costantino di Briatico, che ieri ha rimesso in scena tra le caratteristiche vie del paese una nuova edizione dell’evento popolare natalizio più famoso, e vale per le moltissime altre rappresentazioni nei vari paesi della provincia.
Spesso, infatti, dietro ad iniziative apparentemente semplici, c’è tutto il lavoro certosino di una comunità, che proprio in queste occasioni ritrova l’entusiasmo e il senso di appartenenza, utili inoltre per regalare ai visitatori dei momenti belli e interessanti.
A San Costantino di Briatico, per esempio, quest’anno il tradizionale appuntamento con il Presepe ha visto delle significative evoluzioni di scena. Le vecchie casette del centro storico si sono riaperte con ulteriori novità e nuove attività. Nel quartier generale del “bambinello” (un neonato figlio di immigrati romeni), denominato “Ammu”, c’era ad esempio il fabbro con un alle sue spalle una ingegneristica ruota di mulino ad acqua fatta in casa; risalendo dal percorso, poi, tutta i mestieri e le usanze del passato, come le lavandaie, gli scalpellini, gli artigiani, i falegnami, i contadini e i pescatori, più tutto il carico gastronomico delle culluricchijie, delle ricotte e del pane fresco, dei fagioli alla pignata.
Ma quello che è parso più interessante è stato senza dubbio il coinvolgimento dei bambini, che sono stati i veri protagonisti dell’evento. Improvvisatisi ceramisti, pittori, scalpellini, pastori e artigiani sono riusciti a tenere allegra e vivace l’intera manifestazione.