‘Ndrangheta: operazione “Conquista”, libero Pasquale Bonavota
Il Riesame annulla l’ordinanza di custodia cautelare per difetto di gravità indiziaria. La Dda ha già chiesto l’ergastolo per gli omicidi di Raffaele Cracolici e Domenico Di Leo
Manca la gravità indiziaria ed il Tribunale del Riesame di Catanzaro, pronunciandosi dopo un rinvio ad opera della Cassazione, annulla l’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Pasquale Bonavota, 44 anni, di Sant’Onofrio, coinvolto nell’operazione antimafia denominata “Conquista” con le accuse di aver ordinato gli omicidi di Domenico Di Leo, alias “Micu Catalanu”, ucciso a Sant’Onofrio in via Tre Croci il 12 luglio 2014, e di Raffaele Cracolici, alias “Lele Palermo”, ucciso il 4 maggio 2004 a Pizzo. La decisione nei confronti di Pasquale Bonavota arriva in accoglimento di un ricorso degli avvocati Francesco Muzzopappa e Tiziana Barillaro. Nei confronti di Pasquale Bonavota la Dda di Catanzaro ha già chiesto la condanna all’ergastolo e si è in attesa della sentenza. Per l’omicidio di Di Leo (per il quale Pasquale Bonavota rispondeva già a piede libero) sono accusati: Domenico Bonavota, Pasquale Bonavota, Nicola Bonavota, Onofrio Barbieri e Andrea Mantella. Per tale fatto di sangue, Francesco Fortuna è già stato condannato in separato processo a 30 anni di carcere. Domenico Di Leo, detto “Micu i Catalanu”, era ritenuto dagli inquirenti un componente dello stesso clan Bonavota con il ruolo di “braccio armato”. Entrato in contrasto con i figli del defunto boss Vincenzo Bonavota, è stato attinto da diversi colpi d’arma (Kalashnikov e fucile a pompa), tanto che sul posto sono stati rinvenuti i bossoli di oltre 45 colpi. Per l’omicidio di Raffaele Cracolici, boss di Maierato, devono invece rispondere: Pasquale Bonavota, Nicola Bonavota, Francesco Fortuna, Onofrio Barbieri ed Andrea Mantella, mentre Domenico Bonavota, Francesco Michienzi e Vincenzino Fruci per tale fatto di sangue sono stati già giudicati ed assolti in via definitiva nell’operazione antimafia denominata “Uova del drago”. Raffaele Cracolici, secondo la tesi accusatoria, sarebbe stato eliminato dal clan Bonavota per sgomberare il campo da uno scomodo rivale sull’area industriale di Maierato. Pasquale Bonavota, unitamente al fratello Domenico, viene ritenuto dagli inquirenti al vertice dell’omonimo clan di Sant’Onofrio avendo ereditato il “bastone” del comando dal defunto padre Vincenzo, fondatore dell’omonima consorteria di Sant’Onofrio.
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