Comune Vibo e salario accessorio, scatta lo stato di agitazione del personale
La decisione questa mattina al termine dell’assemblea dei lavoratori, convocata nei giorni scorsi dai sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil e svoltasi nella sala consiliare di Palazzo Razza. Appello al prefetto per la convocazione di un incontro urgente tra le parti
Tanto tuonò che piovve. Proclamo lo stato di agitazione del personale dipendente del Comune di Vibo Valentia. La decisione è giunta questa mattina al termine dell’assemblea dei lavoratori di Palazzo Luigi Razza, convocata nei giorni scorsi dai sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil e svoltasi nella sala consiliare del Comune. Massiccia è stata la partecipazione dei dipendenti che alla fine hanno votato all’unanimità per lo stato di agitazione di tutto il personale comunale. Il motivo? È ormai noto: il mancato pagamento ai lavoratori degli ultimi tre anni del salario accessorio da parte dell’amministrazione del capoluogo. [Continua in basso]
La riunione è stata presieduta dai segretari provinciali Luciano Contartese (Fp-Cgil), Antonino D’Aloi (Cisl-Fp) e da Maurizio Bardari (Rsu-Uil). Seduto con loro anche Antonello Nusdeo (Rsu-Cisal). Prima di chiudere l’assemblea è stato anche votato dai presenti un documento unitario di Cgil, Cisl e Uil, che i sindacati hanno indirizzato al prefetto di Vibo Valentia Roberta Lulli, al sindaco Maria Limardo e al segretario generale dell’ente Domenico Libero Scuglia. Uniti, decisi e compatti, e con pieno mandato dei lavoratori di Palazzo Razza, adesso i sindacati chiederanno al prefetto «una urgente convocazione delle parti per esperire la procedura di raffreddamento dei conflitti al fine – questa la speranza dei sindacalisti- di pervenire alla definizione delle misure necessarie a rimuovere l’attuale pesante situazione che sta creando disagi e mortificazione ai lavoratori ed alle rispettive famiglie».
Nel documento approvato, dunque, dopo avere ricordato che «alla data odierna non sono state liquidate le indennità relative all’istituto della produttività per la contrattazione decentrata per l’anno 2018 e tutti gli istituti previsti con la contrattazione per gli anni 2019/2020», i sindacati confidano di ritenere «incomprensibile l’immobilismo sull’obbligatorio adempimento del pagamento delle spettanze da parte del datore di lavoro che, così facendo, mette in seria difficoltà gli stessi lavoratori e le proprie famiglie, anche a fronte dei diversi incontri intercorsi con il segretario generale e con l’assessore al Personale (Domenico Primerano, ndr) e, nonostante, le rassicurazioni ricevute sulla risoluzione della problematica». [Continua in basso]
Ma non basta: a prefetto, sindaco e segretario viene inoltre fatto presente che «fino ad oggi, i dipendenti, in numero inferiore a quanto previsto in dotazione organica e con un conseguente maggior carico di lavoro, hanno comunque assicurato tutti gli adempimenti previsti dalla norma, per rispetto sia delle istituzioni che della collettività, dimostrando – viene annotato nel documento – un alto senso di attaccamento e di dedizione anche in mancanza di completa retribuzione del salario fondamentale, per come codificato dalle norme contrattuali e previsto dalla Costituzione italiana» e che – è scritto sempre nel testo – «a nulla è valso spiegare che il salario fondamentale non è un optional, ma un diritto del lavoratore che presta la propria opera a favore del datore di lavoro e lo stesso datore, nel nostro caso l’amministrazione comunale, non può, per nessuna ragione, ritardare il legittimo accreditamento stipendiale ai lavoratori».
Detto ciò, le parti sociali sottolineano, infine, nel loro documento che «allo stato non sono state avviate neanche le trattative per la contrattazione decentrata del 2021» e che inoltre, ad oggi, «non vi è alcun coinvolgimento nella programmazione del fabbisogno triennale del personale e nell’organizzazione del lavoro. Mentre lo scorso 20 maggio è stata fatta richiesta di incontro al sindaco per pianificare la tematica senza ricevere alcun riscontro in merito». [Continua in basso]
Per tutte queste ragioni, quindi, le parti sociali e le Rsu dell’ente hanno deciso di proclamare lo stato di agitazione dei dipendenti comunali e di sollecitare il prefetto affinché convochi un incontro urgente, per tentare di trovare una via istituzionale utile a sbloccare la vertenza in atto all’interno del Comune.