Omicidio di Sacko a San Calogero, Pontoriero e il rifiuto di prestare soccorso
Dopo aver sparato, il 43enne sarebbe tornato sul luogo in cui giaceva il giovane del Mali, ma nonostante la richiesta di aiuto si sarebbe allontanato a bordo della sua Panda
Avrebbe sparato da una distanza di 70-80 metri Antonio Pontoriero, 43 anni di San Calogero, arrestato per l’omicidio di Sacko Soumila, colpito a morte a colpi di fucile nel tardo pomeriggio del 2 giugno scorso. Secondo la ricostruzione degli investigatori dell’Arma e della Procura di Vibo Valentia, ai carabinieri della tenenza di Rosarno si è presentato Madou Foune Fofana, 27 anni, domiciliato nella tendopoli di San Ferdinando che ha raccontato di essere stato fatto oggetto di colpi d’arma da fuoco mentre insieme a due connazionali del Mali stava prelevando delle vecchie lamiere da una fabbrica abbandonata di laterizi sita in località “La Tranquilla” di San Calogero. Sul posto si portavano quindi i carabinieri dove trovavano Madhieri Drame il quale conduceva i militari dell’Arma verso il luogo esatto dove si trovava un terzo soggetto riverso a terra con una ferita alla testa da cui usciva parecchio sangue. Si trattava di Sacko Soumaila il quale respirava affannosamente e muoveva le braccia come per richiamare aiuto, lamentandosi per il dolore. Pur trasferito in ospedale a Reggio Calabria da un’ambulanza, Sacko moriva alle 22.15 per le ferite riportate. Le risultanze investigative mettono in luce che Antonio Pontoriero dopo aver esploso i colpi di fucile si sarebbe rifiutato di prestare ogni soccorso. Uno dei compagni di Sacko, subito dopo la sparatoria si è infatti recato in un vicino casolare, dove si trovavano anche altri extracomunitari, per chiedere aiuto. Qui avrebbe riconosciuto in Antonio Pontoriero la persona che poco prima da una collinetta aveva esploso i colpi di fucile e che si sarebbe intromesso nel dialogo. Per paura di nuovi colpi di fucile, uno dei compagni di Sacko gli avrebbe chiesto il permesso di avvicinarsi al 30enne riverso a terra con gravi ferite. A quel punto Pontoriero – stando al racconto del compagno di Sacko ed alla ricostruzione degli inquirenti – avrebbe alzato le mani spiegando che non avrebbe fatto nulla, né prestato alcun soccorso per portare Sacko Soumaila in ospedale con la sua auto.