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Comune Vibo, Luciano (Pd): «La Limardo concentrata a garantire gli appetititi del cerchio magico»

Intervista al capogruppo dei democrat a quasi due anni di attività dell’amministrazione di centrodestra. Sotto accusa tutto: «Le promesse non rispettate, gli accordi con la vecchia politica, la propaganda continua»

Comune Vibo, Luciano (Pd): «La Limardo concentrata a garantire gli appetititi del cerchio magico»
Stefano Luciano

È il capogruppo consiliare del Partito democratico al Comune di Vibo Valentia Stefano Luciano a tracciare il bilancio di quasi due anni di attività dell’amministrazione di centrodestra targata Maria Limardo. Lo fa in questa intervista rilasciata alla nostra testata. E l’affondo è durissimo. A cominciare dal fatto che «si stia lavorando male» e che dunque «il futuro non promette nulla di buono».   

Consigliere Luciano, l’amministrazione Limardo sta per compiere due anni di attività. Cosa è cambiato?

«Nulla in positivo. E lo dico con rammarico perché prima delle contrapposizioni politiche viene il bene della città. Ma la situazione di incessante declino è sotto gli occhi di tutti e i cittadini, traditi dalle varie promesse non rispettate, manifestano, per ora silenziosamente, tutto il loro sdegno».  [Continua in basso]

Maria Limardo

Quali, a suo giudizio, gli errori più significativi?

«Il sindaco non riesce ad inquadrare le problematiche amministrative. È come se non conoscesse il territorio, la sua storia, i suoi problemi e, dunque, non riesce ad avere una visione di sviluppo. La Limardo è troppo concentrata a garantire gli appetiti del cerchio magico che la sostiene e così trascura la città ed i servizi pubblici essenziali. Bivona, ad esempio, sarà condannata anche per questa estate a subire gli sversamenti del torrente Sant’Anna e di tutti gli altri torrenti su cui non sono stati realizzati interventi risolutivi permanenti. Eppure solo a parole, si dice di volere promuovere il turismo».

È d’accordo con chi sostiene che questo esecutivo faccia solo tanta propaganda per nascondere i propri fallimenti?

«Certamente. Del resto, la propaganda continua anche in questi giorni ed il copione è sempre lo stesso: l’annuncio, la fotografia con il sorriso smagliante, il post su Facebook e la nota stampa. Poi l’annuncio rimane tale e non si realizza nulla di concreto. Il simbolo di questo metodo è il famoso muro della “Don Bosco” abbattuto in modo arrogante con tante promesse di riqualificazione dell’area. In concreto ci troviamo due transenne e l’area non è praticabile per ragioni di sicurezza». [Continua in basso]

Eppure questa maggioranza aveva annunciato ai cittadini vibonesi un cambio di passo concreto. Ma poi… ?

«Questa amministrazione non può determinare un cambio di passo perché, per vincere con la forza dei numeri, è nata da accordi fatti con tutta la vecchia politica vibonese. Proprio quella politica che è stata causa dello sfascio della città è tutta attorno al sindaco ed è una politica che pur di evitare il cambiamento è disposta a tutto. Io l’ho provato sulla mia pelle. Quando ho deciso di candidarmi a sindaco, fuori dagli schemi, mi sono ritrovato “il mondo” contro. Ma come vede, continuo a combattere».

Tra i principali problemi rimane lo spettro di un secondo dissesto finanziario dell’Ente. Le cause, naturalmente, sono da ricercare nel passato. Ma lei ha qualcosa da rimproverare alla politica economica messa in campo dall’attuale amministrazione? [Continua in basso]

«Questa amministrazione conosceva bene la situazione contabile dell’Ente ed aveva promesso di risolverla. Ha predisposto un Piano di riequilibrio che è stato considerato non valido dalla Corte dei Conti a causa di una serie di errori contabili. Quindi, c’è la prova che il sindaco e la sua squadra non sono stati capaci di portare il Comune fuori dal dissesto. Si spera solo in grandi finanziamenti da parte del Governo centrale. Il solito assistenzialismo, tipico di una politica inadeguata».

Tuttavia, per occuparsi dei conti pubblici del Comune, a suo tempo, era stato individuato dal sindaco un assessore di alto profilo.

«Ho rispetto della professionalità dell’assessore al Bilancio (Maria Teresa Nardo, ndr), ma sul Comune di Vibo ha fallito. Lo scrive nero su bianco sempre la Corte dei Conti che è un organo terzo ed imparziale. Questa storia della giunta di alto profilo mi sembra la solita trovata pubblicitaria. I profili si valutano dai risultati concreti».

Rimangono comunque altre questioni ancora aperte: pensiamo, ad esempio, all’ambiente, alla viabilità, al rilancio del commercio.

«Sblocco dell’edilizia, manutenzione strade, verde pubblico, rilancio del centro storico, riqualificazione dei palazzi storici, parchi e ville, sversamento dei torrenti, concrete iniziative a favore dei commercianti, come gli sgravi fiscali, manutenzione delle strade. Tutte questioni non solo mai risolte ma neppure solo affrontate ed inquadrate. È l’amministrazione delle chiacchiere».

Senza dimenticare le frazioni. A proposito: a che punto stiamo?

«Frequento spesso le frazioni. Sono la parte più drammatica del nostro territorio perché vivono nell’incuria e nell’abbandono. La Tonnara di Bivona, la riqualificazione del Pennello e dell’area ex cementificio, la delocalizzazione dei depositi costieri, la viabilità di Piscopio, rappresentano solo una piccola parte dei problemi. Anche in questo caso, solo proclami che si susseguono».

E poi c’è il porto.

«Lo scalo portuale è una grande risorsa, ma nessun progetto credibile è stato messo in cantiere, né sotto il profilo commerciale né sotto quello turistico. Ma questa infrastruttura potrebbe cambiare il destino di tutto il territorio».

Da tempo si parla di milioni di euro disponibili presso la Regione per il Comune di Vibo Valentia al fine di realizzare gli attesi interventi di messa in sicurezza del territorio. Si è mosso qualcosa che lei sappia?

«La messa in sicurezza del territorio avrebbe determinato l’eliminazione dei vincoli di inedificabilità che invece permangono. Quindi, il territorio è, quantomeno su carta, rimasto fermo alla tragica alluvione del 2006. L’annuncio dei milioni di euro, fa parte della campagna elettorale per le prossime regionali, nulla di più».

Dai banchi dell’opposizione avete spesso accusato la maggioranza di non ascoltare le vostre proposte e, addirittura, in qualche caso di boicottarvi. Segnale di forza o di debolezza da parte chi guida il Comune? 

«Certamente di debolezza. Evitare il confronto di merito con chi rappresenta il trenta per cento della popolazione vibonese significa non avere il senso della democrazia. Del resto, in campagna elettorale ci fu la nota storia del saluto fascista. Dietro alcuni gesti, si nasconde una certa cultura rispetto alla quale sono fiero di rappresentare un’alternativa. Quando ho fatto il Presidente del Consiglio, tutelavo prevalentemente le minoranze. È questa invece la mia cultura».

Vibo Valentia capitale italiana del libro 2021. Un bel traguardo e una ottima occasione di rilancio per la città. Senza dubbio merito anche del Comune.

«Una nota certamente positiva. Ma deve essere un punto di partenza. Ora il Comune dovrebbe mettere mano alla biblioteca comunale che merita una seria ristrutturazione interna ed esterna. Come facciamo ad essere la capitale del libro con una biblioteca in stato di abbandono? Queste sono le contraddizioni da risolvere per essere credibili».

Chiudiamo consigliere Luciano: l’inchiesta della Dda di Catanzaro “Rinascita-Scott” ha dimostrato che a queste latitudini esistono forti legami tra la criminalità organizzata e la pubblica amministrazione. Come se ne esce?     

«La questione etica è legata soprattutto ai comportamenti della classe dirigente. Abbiamo bisogno di amministratori onesti e competenti e le due cose non sono sempre scontate. Una classe dirigente incompetente e dedita al malaffare genera danni economici e sociali devastanti. Questo è il segnale che andrebbe colto, ma che purtroppo, la politica locale finora non è riuscita a cogliere».

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