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‘Ndrangheta: Imponimento, sono 29 le parti civili ammesse dal gup

Quattro le esclusioni decise dal giudice, mentre altre 23 parti offese non si sono presentate. Il processo è stato chiesto dalla Dda per 147 indagati e fra loro diversi politici e “colletti bianchi”

‘Ndrangheta: Imponimento, sono 29 le parti civili ammesse dal gup
Rocco Anello

Continua nell’aula bunker di Lamezia Terme, dinanzi al gup distrettuale di Catanzaro Francesco Rinaldi, l’udienza preliminare dell’operazione Imponimento che nel luglio dello scorso anno ha colpito il clan Anello di Filadelfia ma anche i Tripodi di Portosalvo, i Lo Bianco-Barba di Vibo Valentia, i Cracolici di Maierato, i Bonavota di Sant’Onofrio, ed altre consorterie. Sono 147 le richieste di rinvio a giudizio avanzate dalla Dda di Catanzaro, mentre i capi di imputazione sono in totale 162 e fra i reati contestati c’è davvero di tutto: associazione mafiosa, corruzione elettorale, corruzione aggravata dalle finalità mafiose, concorso esterno in associazione mafiosa, intestazione fittizia di beni, estorsione, danneggiamento, usura, detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, coltivazione di sostanze stupefacenti, associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico, turbata libertà degli incanti, alterazione delle aste pubbliche, falso, truffa, detenzione illegale di armi. [Continua in basso]

Le parti civili ammesse

Le parti offese dai reati contestati agli indagati sono in totale 52, ma solo in 29 si sono costituite parti civili dinanzi al gup. Fra queste troviamo: la Presidenza del Consiglio dei ministri, il Ministero dell’Interno, il Ministero dell’Economia e delle Finanze, il Ministero dell’Ambiente, il Commissario straordinario del Governo per il coordinamento delle iniziative antiracket ed antiusura, la Regione Calabria, la Provincia di Vibo Valentia, l’Agenzia delle Entrate (Direzione provinciale di Vibo Valentia), l’Associazione Antiracket e antiusura della Provincia di Vibo Valentia (avvocato Giovanna Fronte).
I Comuni che si sono invece costituiti parti civili sono: Filadelfia, Francavilla Angitola, Polia, Pizzo Calabro, Monterosso Calabro, Maierato, San Nicola da Crissa, Curinga, San Pietro a Maida, Capistrano (avvocato Gabriella Fera), Cenadi, Chiaravalle Centrale, Cortale, Maida, Sant’Onofrio, Vibo Valentia.
Parti civili anche: la società “Mazzei Salvatore spa”, Eleonora Marcello, Michele Marcello e Domenico Marcello (assistito dall’avvocato Giovanna Fronte), all’epoca dei fatti gestore dell’Olimpus di Pizzo nel cui parcheggio sono state danneggiate alcune auto secondo il racconto del collaboratore di giustizia Francesco Michienzi.
Non hanno avanzato al gup richiesta di costituzione di parte civile l’Inail ed il Comune di Vallefiorita che pur vengono indicati quali parti offese dalla Dda di Catanzaro.

Le esclusioni dalla costituzione di parti civili

Il gup ha invece escluso dalla costituzione di parti civili la società I.C.M. srl in quanto, essendo tale società sottoposta ad amministrazione giudiziaria, difetta nel caso di specie l’autorizzazione del giudice delegato che è invece necessaria per legge. Escluse quali parti civili anche la Nogez, Nucleo operativo delle guardie zoofile, l’Anpana e la Horse Angels Odv in quanto per il gup tali associazioni, oltre a non avere prospettato l’esistenza di interessi diversi da quello pubblico alla tutela dell’ambiente, non è stata allegata nemmeno l’esistenza di un interesse specifico con riferimento alle condotte di reato oggetto di contestazione e ai luoghi in cui sono stati commessi i fatti, né è stata allegata la concreta e attuale operatività delle stesse associazioni e il perseguimento degli scopi statutari in tali territori. [Continua in basso]

Francescantonio Stillitani

Chiesto il processo anche per politici e “colletti bianchi”

Fra le richieste di rinvio a giudizio anche quelle nei confronti di Francescantonio Stillitani, ex assessore regionale, e del fratello Emanuele Stillitani, entrambi imprenditori ed accusati di collusione con il clan Anello. Gli Stillitani hanno scelto il rito ordinario e Francescantonio Stillitani (attualmente ai domiciliari) si è sottoposto ad un lungo interrogatorio dinanzi al gup. Richiesta di rinvio a giudizio pure per Francescantonio Tedesco, architetto ed ex consigliere comunale di Vibo (per il quale la Cassazione ha confermato il carcere), Giovanni Anello (già assessore al Comune di Polia) e Daniele Prestanicola (imprenditore). In un capo d’imputazione mosso a tali tre indagati, anche l’accusa di aver contribuito a formare la strategia del sodalizio in ambito politico, promuovendo il sostegno della cosca Anello “alle elezioni politiche nazionali del 2018 per Mangialavori Giuseppe” (non indagato), poi eletto al Senato della Repubblica. Francescantonio Tedesco e Giovanni Anello vengono indicati dalla Dda come soggetti vicini al boss di Filadelfia Rocco Anello.

Tommaso Anello

La cosca Anello è poi accusata di aver «procacciato il consenso elettorale al candidato Francesco De Nisi (elezioni comunali e provinciali), anche attraverso l’appoggio a candidati diversi (Carchedi Marcello e Fraone Domenico, per quest’ultimo c’è richiesta di rinvio a giudizio) che nelle varie competizioni elettorali erano di volta in volta collegati con De Nisi», ovvero con l’ex consigliere provinciale e poi presidente della Provincia di Vibo Valentia. Francesco De Nisi non è indagato (ex Margherita, ex Pd e da ultimo candidato alle regionali del gennaio dello scorso anno con Casa delle libertà) ma nel capo di imputazione mosso a Giovanni Angotti (associazione mafiosa) si spiega che lo stesso dal 2008 al 2010 (prima di collaborare con la giustizia) si occupava, per conto dell’organizzazione (clan Anello) «delle richieste estorsive e del sostegno elettorale ai candidati vicini alla consorteria, come in occasione dell’appoggio fornito a De Nisi Francesco alle elezioni provinciali del 2004 e del 2008». [Continua in basso]

Richiesta di rinvio a giudizio avanzata anche nei confronti dell’ex consigliere provinciale di Vibo Valentia, Domenico Fraone, dell’ex sindaco di San Gregorio d’Ippona Filippo Ruggiero, della dirigente del Comune di Pizzo (ufficio Urbanistica) Maria Alfonsina Stuppia, del responsabile dell’Ufficio Tecnico del Comune di Polia Mario Galati, del consigliere comunale di maggioranza di Capistrano, Bruno Cortese, di Salvatore Pilieci, fratello di un consigliere comunale di Capistrano (pure lui di maggioranza), di Francesco Cortese, nipote del consigliere Bruno Cortese, dell’avvocato ed imprenditore di Vibo Vincenzo Renda.

Richiesta di rinvio a giudizio anche per tre finanzieri ed un poliziotto. Si tratta di: Domenico Bretti, 51 anni, di Filadelfia, brigadiere capo della Guardia di finanza, in servizio al Comando provinciale della Gdf di Vibo Valentia; Antonio Dieni, 47 anni, di Catanzaro, appuntato della Guardia di finanza e già in servizio al Gico di Catanzaro; Franco Pontieri, 48 anni, di Nocera Terinese, all’epoca dei fatti in servizio nella tenenza della Guardia di finanza di Amantea; Pietro Verdelli, 47 anni, di Figline Vegliaturo (Cs), assistente capo della polizia.
Il processo è stato poi chiesto per l’ex sindaco del Comune di Cenadi Alessandro Teti (alla sua seconda consiliatura, ma dimissionario nel luglio dello scorso anno dopo l’operazione “Imponimento”), per l’ex consigliere di maggioranza Giovanni Deodato e per il tecnico comunale Gianni Melina.

Per le gare d’appalto relative ai boschi nel territorio comunale di Cenadi, la richiesta di rinvio a giudizio interessa funzionari della Regione Calabria Serafino Nero, 65 anni, di Decollatura, e Michele Zangari, 44 anni, di Cinquefrondi, impiegato presso il Dipartimento Foreste, Forestazione e difesa del suolo.

Si tornerà in aula dinanzi al gup l’11 giugno.

La difesa

Nel collegio di difesa dell’operazione Imponimento figurano gli avvocati: Sergio Rotundo, Maria Antonietta Iorfida, Giuseppe Di Renzo, Giuseppe Bagnato, Francesco Muzzopappa, Giovanni Vecchio, Giosuè Monardo, Salvatore Sorbilli, Nicola Cantafora, Salvatore Staiano, Santino Cortese, Vincenzo Gennaro, Eugenio Felice Perrone, Vincenzo Cicino, Giovanni Russomanno, Domenico Anania, Francesco Gambardella, Antonio Larussa, Anselmo Torchia, Vincenzo Fulvio Attisani, Ottavio Porto, Francesco Mancuso, Francesco Calabrese, Giuseppe Torchia, Massimiliano Carnevale, Armando Veneto, Vincenzo Ranieri, Stefano Nimpo.

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