Cenacoli di Natuzza, il vescovo alla Fondazione: «Il raduno si svolgerà»
Per il presule miletese Luigi Renzo, il tradizionale appuntamento non è mai stato in discussione ma «rientra nella competenza della parrocchia». Quindi la rassicurazione: «Le offerte saranno destinate al pagamento del mutuo della chiesa»
Il vescovo Luigi Renzo non ha mai annullato l’assemblea dei Cenacoli di Natuzza del 13 maggio. Lo tiene a sottolineare la diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, che attraverso una nota dell’Ufficio per le comunicazioni sociali definisce «priva di fondamento, assolutamente falsa, tesa solo a creare confusione senza motivo» la notizia diffusa ieri, quando ad esprimere la sua sulla diatriba inerente alle mancate riforme richieste dal presule, e non solo, è stata la Fondazione “Cuore immacolato di Maria rifugio delle anime”.
«Non solo la celebrazione è confermata – si ribadisce nel documento – ma il vescovo, proprio per organizzare concretamente l’Assemblea, ha incontrato i parroci delle parrocchie della diocesi dove operano i cenacoli e, per lo stesso motivo, d’intesa con i vescovi calabresi, ha convocato per i prossimi giorni a Lamezia tutti i coordinatori e responsabili dei cenacoli della regione. Chi ha interesse a mettere in giro che monsignor Renzo ha annullato l’assemblea? Trattandosi, ovviamente, di una celebrazione liturgica (Processione e Santa Messa) – si aggiunge – il Vescovo non poteva autorizzare la Fondazione, come viene lamentato, ad organizzare l’evento autonomamente dalla Parrocchia. Del resto non era così anche nel passato? Solo perché prima parroco e presidente della Fondazione coincidevano, la processione e la celebrazione liturgica era di competenza del sodalizio? Non sono così le regole né canoniche, né diocesane. A parte questo, non si deve dimenticare che, con Decreto vescovile del 1° agosto 2017, alla Fondazione è stata già revocata la qualifica di Religione e culto».
Nella nota, si replica poi anche in merito al mancato incontro di monsignor Renzo con i nuovi membri del Cda e dei revisori dei conti, e al riguardo si rileva «che si tratta di organismi eletti illegittimamente dall’assemblea del 10 marzo scorso, che il vescovo aveva sospeso con un suo decreto canonico». Quanto è avvenuto è di conseguenza nullo ed illegittimo, «avendo il vescovo, per la legge civile n. 222/85, la responsabilità ed il dovere di vigilare sulla retta conduzione della Fondazione. In questa situazione di illegittimità – ci si chiede a questo punto – con quali interlocutori canonicamente riconosciuti il vescovo avrebbe dovuto proficuamente dialogare? Con chi da due anni e mezzo, con la scusa che lo Statuto è “immutabile” ed intoccabile perché consegnato direttamente a Natuzza dalla Madonna, si è rifiutato e si rifiuta di prendere in considerazione le due/tre modifiche a quello Statuto, richieste tra l’altro dalle nuove normative della Chiesa, per regolamentare il rapporto istituzionale tra fondazione e diocesi? O con chi negli ultimi mesi ha operato nella piena illegittimità disobbedendo in tutti i modi e nei fatti alle sollecitazioni del vescovo? O ancora con chi lo scorso 6 aprile ha chiesto di “riavviare il dialogo interrotto sulle problematiche inerenti eventuali modifiche e/o integrazioni allo Statuto”, ignorando che il vescovo in precedenza aveva ribadito che il dialogo poteva riprendere non partendo da zero, ma da quanto già il Cda aveva approvato a maggioranza il 25 agosto 2017, approvazione poi riconfermata il successivo 13 settembre?».
La dura presa di posizione della diocesi prosegue con l’invito «agli amici della Fondazione” a mettersi come nel passato a disposizione della parrocchia «se hanno veramente a cuore ed amano Natuzza ed il futuro della sua opera. Se la preoccupazione è la raccolta delle offerte – si sottolinea in conclusione – stiano tranquilli perché, come è stato già consentito nelle precedenti celebrazioni, la fondazione potrà trattenere le offerte raccolte in quella giornata da destinare al pagamento del mutuo della chiesa. Si spera che queste precisazioni servano finalmente a chiarire la posizione del Vescovo e della Diocesi e a smetterla di creare allarme tra i Cenacoli di Preghiera a cui va il più alto riconoscimento per l’abnegazione ed i sacrifici con cui stanno collaborando per la buona realizzazione e prosecuzione dell’opera».
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