Sant’Onofrio, l’allarme del sindaco: «Comune sull’orlo del dissesto finanziario»
Emerse difficoltà nella chiusura del Bilancio di previsione. Per Onofrio Maragò le criticità sono da addebitare «alle passate gestioni amministrative». Per il capogruppo d’opposizione Salvatore Bulzomì «il primo cittadino ricorre alla demagogia più disperata»
«La situazione finanziaria del Comune è assai critica, nonostante il grande impegno quotidiano di tutti gli Amministratori che da circa due anni corroborano la struttura organizzativa municipale tanto da consentire di poter garantire i servizi amministrativi anche a seguito di una drastica riduzione dell’organico comunale, conseguente al pensionamento di sei unità al 31 dicembre 2016. I risparmi derivanti dalla riduzione della spesa per il personale non si sono tradotti e non si potranno tradurre però in un miglioramento dei servizi erogati ai cittadini». A riferirlo in una comunicazione accompagnata da un video messaggio ai cittadini, è il sindaco di Sant’Onofrio, Onofrio Maragò, in vista dell’approvazione del Bilancio di previsione che verrà portato in consiglio comunale il prossimo 13 aprile.
«Tutto – spiega il primo cittadino – ha inizio nel 2011 con il Decreto legislativo 118 recante “Disposizioni in materia di armonizzazione dei sistemi contabili e degli schemi di bilancio delle regioni e degli enti locali”. L’entrata in vigore delle disposizioni di cui sopra ha effetto a partire dal 2015, per cui tutti gli enti erano stati avvisati ad adeguarsi per tempo. Il nostro Comune non lo ha fatto. Tutti ricorderanno le inadempienze ereditate da questa Amministrazione, sulle quali pendevano due diffide della Prefettura con il paventato scioglimento del Consiglio comunale appena eletto. Per dovere di responsabilità, nei primi due mesi di vita amministrativa sono stati approvati il rendiconto 2015 ed il bilancio 2016 predisposti dalla precedente Amministrazione, senza apportare alcuna variazione ai documenti già licenziati in precedenza. Lo scorso anno con l’approvazione del rendiconto 2016, sono emerse con grande evidenza le debolezze e le criticità del bilancio comunale, con difficoltà che si sarebbero ripetute nei bilanci futuri. Infatti, già nel bilancio del 2017 e nei due successivi (2018-2019) si sono dovute conteggiare importanti risorse nel capitolo “disavanzo degli anni precedenti”, prevedendo nel bilancio di quest’anno circa 98mila euro. Non solo, in conseguenza della ridotta e rallentata riscossione dei tributi comunali avvenuta negli anni passati, si è dovuta riservare una ingente somma nel “fondo crediti di dubbia esigibilità”, che nel bilancio del 2018 ammonta a oltre 270mila euro. Il bilancio comunale di quest’anno – asserisce Maragò – è obbligato a riservare, a mettere da parte e quindi a non poter utilizzare, una somma di circa 370mila euro nella parte uscite. E poiché il bilancio deve essere necessariamente in pareggio, cioè tante sono le entrate e tante possono essere le uscite, se queste ultime dovessero essere superiori aumenta automaticamente negli anni successivi il capitolo relativo al “disavanzo degli anni precedenti”. Se invece si registra un minore introito dei tributi comunali rispetto a quelli previsti in entrata a copertura dei costi del relativo servizio, allora si incrementerà il “fondo crediti di dubbia esigibilità”. In altri termini, occorre prevedere in entrata una somma di circa 370mila euro per pareggiare la stessa in uscita senza che però si possa realmente spendere se non si verificano determinate condizioni. A quanto sopra bisogna aggiungere: la rata del mutuo contratto con Cassa depositi e prestiti nel 2014 per circa tre milioni di euro da restituire in 30 anni (si prevedono circa 1,5 milioni di euro di interessi); le uscite imprevedibili relative alle sentenze che condannano il Comune o alle spese di natura legale che vengono a definirsi in questi anni; i pignoramenti di ingenti somme relative alle fatture Enel non pagate negli anni 2012-2016».
Quindi le conclusioni: «Anche se questa Amministrazione con grandi sacrifici ha conseguito ingenti risparmi in questi due anni, una parte consistente del bilancio comunale è imbrigliata e potrà tornare ad essere utilizzabile solo se aumenta la quota dei tributi comunali a copertura dei costi di erogazione dei servizi. Siamo coscienti delle difficoltà che vivono molte famiglie, in un periodo in cui le occasioni di lavoro continuano ad essere scarse, e delle criticità nelle condizioni economiche in cui vivono molti cittadini. Proprio per questo ci siamo attivati per favorire nuove occasioni di investimento sul nostro territorio capaci di generare posti di lavoro stabili. Nello stesso tempo ci siamo prodigati per razionalizzare il funzionamento dei servizi comunali per ottenere risparmi e riduzioni nelle tariffe. D’altro canto, però, nelle attuali condizioni finanziarie dell’Ente, è difficilissimo dare soluzione ai problemi che quotidianamente ci vengono sottoposti, tant’é che in mancanza di interventi straordinari o di un sensibile recupero nel pagamento dei tributi comunali in futuro sarà necessario tagliare ulteriori capitoli del bilancio relativi ad altrettanti servizi, pena il ricorso al dissesto finanziario che sarebbe una iattura per tutti noi».
Un’analisi amara alla quale è seguita la secca replica del capogruppo di “Insieme per la rinascita” Salvatore Bulzomì che ha accusato il primo cittadino di ricorrere alla «demagogia più disperata. Dopo la batosta elettorale del 4 marzo – attacca – il sindaco emette un comunicato sulla situazione finanziaria del Comune a dir poco stupefacente, affermando infatti testualmente di farlo “nel segno della massima trasparenza e della ricerca incessante della massima partecipazione” dopo aver ridotto tutti gli spazi del Consiglio Comunale. Mentre Comuni vicini attivano un confronto con associazioni e cittadinanza per l’approvazione del bilancio di previsione 2018, a Sant’Onofrio si va in tutt’altra direzione e si comunica ora che l’Ente è in condizioni di estrema difficoltà tanto che non si può provvedere neanche alle piccole spese, dopo aver seminato il trionfo dei grandi risparmi ottenuti nei due anni trascorsi. Nello stesso comunicato – prosegue Bulzomì – il sindaco accampa con orgoglio che gli amministratori collaborano con gli uffici comunali perché al 31.12.2016 si è verificata una drastica riduzione del personale. In effetti, questo risponde al vero. Ma il sindaco volutamente non la dice tutta. Infatti, omette di affermare che le sei unità lavorative che sono venute meno sono state unilateralmente costrette al pensionamento perché dichiarate eccedenti, venendo a perdere così il Comune ben sei posti di lavoro che non potranno essere mai più coperti. Questa è la verità incontestabile, il resto è solo raggiro inaudito ed offensivo. Nel frattempo, si avviano coperture di posti per i quali viene preclusa la possibilità di partecipazione ai santonofresi. Oggi, dopo aver effettuato spese ogni oltre ragione e dimensione, si grida alla situazione di gravità finanziaria sino a prevedere la pena del ricorso al dissesto finanziario. Si parla di interventi straordinari o di un sensibile recupero nel pagamento delle tasse, ma è naturale che l’incasso dei tributi comunali è un obbligo di legge cui il Comune deve attendere e si deve fare con tutta la scrupolosità e correttezza che ciò comporta».
Per il capogruppo di “Insieme per la rinascita” «a fronte di tutto questo e per contrastare le non verità esposte dall’amministrazione comunale, basta andare sul sito del ministero dell’Interno – Finanza Locale – per consultare liberamente e comprendere quanto risibili siano le affermazioni del sindaco sulla situazione finanziaria del Comune, fatte per chissà quale ragione e forse per eludere i gravi problemi che giorno dopo giorno diventano più seri. I trasferimenti statali che il Comune di Sant’Onofrio ha avuto nell’anno 2016 sono stati di 730.428,00 euro e nell’anno 2017 sono stati di 747.386,00 euro. Quindi, una maggiore entrata di circa 17.000 euro ed un risparmio, per via dei sei lavoratori licenziati con la conseguente perdita dei posti, di migliaia e migliaia di euro registratesi nell’anno 2017. E allora è il caso di interrogarsi in quale direzione tutto questo risparmio è stato utilizzato. Di certo sembra apparire che l’attuale Amministrazione non coltiva la virtù del risparmio. C’è da dedurre che questa amministrazione comunale non è in grado di affrontare con l’impegno dovuto le gravi situazioni che attraversano la nostra comunità. Intanto però si trova il tempo e la tracotanza di distribuire ai cittadini l’opuscolo del famigerato Eco-distretto con annessa discarica di rifiuti, in barba a tutto ciò che tale problematica riveste su diversi fronti, ma non si fa nulla per la ex-discarica causa di grave inquinamento e definita dallo stesso sindaco bomba ecologica, per le spontanee discariche abusive a ridosso del centro abitato, il depuratore in uno stato di degrado e rischio caduta, come più volte segnalato, e per il quale il nostro Comune non ha ricevuto alcun contributo a differenza di molti altri del circondario vibonese. Del Piano strutturale comunale nulla è dato sapere tanto che su di esso è in corso una interrogazione consiliare, dopo una prima risposta insignificante nella forma e nella sostanza. Insomma, un vuoto grave e preoccupante per tutta la comunità».