Il racconto di monsignor Renzo alla Via Crucis: «Natuzza disse “no” a Gesù per obbedire al vescovo»
Il presule ha rivelato un episodio sconosciuto della vita della mistica riferitogli dalle suore carmelitane di Roma. Chiaro il riferimento alle vicende che vedono coinvolte diocesi e fondazione. Espressi auspici per il rapido avvio della causa di beatificazione
«Natuzza Evolo è grande per l’amore che nutriva per Gesù e la Madonna, e perché fedele e obbediente alla Chiesa, nella Chiesa e al vescovo. Questo insegnamento che lei dà non può tenerci così a distanza, fare in modo che noi non facciamo di tutto perché si avvii finalmente la causa di beatificazione. Stasera voglio mettere questa intenzione ai piedi della croce di Gesù, perché possiamo presto dare ciò che spetta a questa donna straordinaria. Ecco, questo è l’insegnamento che certamente vuole darci, amare significa anche obbedire, obbedire significa anche amare».
In questi termini, facendo chiaro riferimento alla vicenda delle mancate riforme dello statuto della Fondazione “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime”, voluta dalla mistica con le stigmate di Paravati per la realizzazione della Villa della Gioia, si è espresso monsignor Luigi Renzo sul sagrato della cattedrale di Mileto, a conclusione della Via Crucis diocesana di ieri sera.
Poco prima, il vescovo aveva, al riguardo, parlato di un episodio che Natuzza stessa aveva raccontato a delle carmelitane di Roma, nel monastero dove alloggiava quando sovente andava per controlli. «La priora – aveva spiegato il prelato – spesso la faceva incontrare con le monache. Una volta, durante una di queste conversazioni, una di loro le chiese di parlare dell’ubbidienza. Natuzza portò la sua testimonianza e raccontò quanto scritto nella cronaca stessa di questo monastero, disse che in una delle visioni mistiche Gesù le aveva detto di fare una certa cosa. Natuzza ne parlò con monsignor Cortese, vescovo dell’epoca, senza dire che era stato Gesù a chiederle quella cosa. Il presule la sconsigliò, le disse di non farlo ed ella obbedì. In una conversazione successiva – prosegue – Natuzza chiese a Gesù di perdonarla per aver disobbedito, spiegandole che lo aveva dovuto fare per obbedienza al vescovo. Gesù la tranquillizzò e le disse di non preoccuparsi, che aveva fatto bene ad obbedire a vescovo. Alla fine del racconto Natuzza commentò: “L’obbedienza alla vostra priora, ai vostri superiori è importante, perché Gesù si manifesta attraverso i vostri superiori”».
L’intervento di monsignor Renzo era iniziato ricordando il sacrificio di Cristo per la salvezza dell’uomo, con un vero e proprio atto d’amore espresso nei confronti della donna, morta nel giorno di Ognissanti del 2009. «Gesù per salvarci chiede la nostra collaborazione – aveva affermato – affinché nel cuore di ognuno possa esserci il perdono, la misericordia e lui stesso. A tutti rivolge questa chiamata, ma a qualcuno chiede qualcosa di più, e mi viene da pensare alla nostra Natuzza. Sappiamo molto bene come viveva la Settimana Santa. Sono stato presente una sola volta, l’ultimo Venerdì Santo da lei vissuto, e devo dire che sono rimasto tremendamente scioccato. Se tu, Gesù, hai sofferto con le fibrillazioni con cui chiedevi di partecipare a Natuzza, veramente è stato terrificante! Natuzza le ha saputo dire di sì fino all’ultimo, fino alla fine. Ecco perché è quella creatura, quell’anima santa a cui tutti noi guardiamo».
Nell’occasione, il vescovo miletese ha anche espresso la speranza che la causa di beatificazione della mistica possa iniziare al più presto, una volta che la commissione di teologi da lui istituita riuscirà a stilare una relazione e chiarire i problemi che la Congregazione per la Causa dei Santi ha posto di recente.
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