lunedì,Dicembre 23 2024

Nicotera, guerra politica sulla nuova toponomastica. Il sindaco: «MoviVento non esiste più»

La polemica innescata dal piano comunale offre al primo cittadino l’occasione di riscontrare la presa di distanza di alcuni consiglieri di minoranza dalla forza politica di cui sono espressione

Nicotera, guerra politica sulla nuova toponomastica. Il sindaco: «MoviVento non esiste più»
Nel riquadro, il sindaco Marasco

Nuove scintille tra il sindaco di Nicotera, Pino Marasco, e l’opposizione sulla nuova toponomastica. Questione dalla quale scaturiscono precise considerazioni politiche che fanno dire al sindaco che «la minoranza del MoviVento non esiste più». «È accaduto – si legge in una nota – che nella mattinata di domenica, due consiglieri del MoviVento (Buccafusca e Pagano) si son messi a girare per le strade del paese a distribuire un volantino che contestava la delibera approvata dalla giunta comunale cittadina con la proposta di nuova toponomastica. Una contestazione la loro, che riguarda sia il metodo che il merito delle scelte effettuate per i nuovi toponimi. Appreso il contenuto del volantino Pino Marasco si è chiesto sulla sua pagina facebook personale se questo volantino fosse stato condiviso da quella che non ha esitato a chiamare la “componente di destra” del MoviVento (che è nato, come cartello elettorale, dalla fusione tra il Movimento 14 luglio di chiara matrice di sinistra radicale e appunto il gruppo CambiaVento che alle ultime elezioni ha espresso tre candidature: Baldassarre Isaia, Francesco Ionadi e Mimmo Mazzitelli)».

Qualche ora dopo, sulla stessa pagina – si spiega sempre nella nota – il quesito del primo cittadino nicoterese ha trovato una risposta di Francesco Ionadi che, a nome di tutto il gruppo, ha scritto che essi «hanno da diverso tempo abbandonato il gruppo MoviVento» anche se per la verità non avevano mai palesato questa loro posizione che gli restituisce, come gruppo, piena libertà d’azione politica.

«Un fatto non da poco – ha commentato il sindaco – in quanto certifica, senza dubbio alcuno, che la compagine e il progetto politico alternativo alla lista di cui è espressione l’attuale maggioranza non esiste praticamente più e che il gruppo CambiaVento non si riconosce più nell’azione amministrativa dei consiglieri di minoranza che loro stessi, grazie ai loro consensi elettorali, hanno fatto eleggere. Il nostro perimetro e i nostri consensi aumentano mentre il loro si restringe praticamente a quella quota di elettorato nicoterese più attaccata alle idee della sinistra radicale che in una città da sempre bastione del centro destra è, storicamente, nettamente minoritaria nel corpo elettorale. Ormai sono ridotti così male che lo scorso 10 aprile hanno persino dovuto persino lanciare un appello per far versare ai loro associati la quota associativa».

In merito alla questione specifica della toponomastica, Marasco ha rivendicato il proprio «decisionismo». «E questo – ha aggiunto – non significa certo essere fascisti, come scrive la minoranza nel volantino diffuso domenica. Come maggioranza infatti abbiamo licenziato una proposta di toponomastica che, a differenza di quello che sostiene la minoranza, lascia inalterate quasi tutte le vecchie vie e i toponimi ormai entrati nell’immaginario collettivo nicoterese tranne qualcuno che non aveva nessuna attinenza alla realtà storica e sociale, perché ci sembra banale chiamare una via Ospedale solo perché vi è in quella zona un presidio sanitario, giusto per fare un esempio. In questa proposta abbiamo inserito una carrellata di personaggi che hanno fatto la storia della nostra cittadina e, cosa da non sottovalutare, numerosi antifascisti (come il giornalista Orazio Cipriani perseguitato dal regime) e anche, una cosa che mi inorgoglisce, ben tredici vittime di ‘ndrangheta».

Infine, Marasco sottolinea, sempre replicando alla minoranza, «che si tratta di una proposta che sarà valutata da due organismi autorevolissimi e cioè la Prefettura di Vibo Valentia e la Deputazione di storia patria della Calabria», precisando «che i disagi per i cittadini interessati dal provvedimento, saranno minimi, rispetto a quelli che si riscontrano oggi non solo in merito al mancato recapito di pacchi e corrispondenza».

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