Scuola, dal 26 tutti in classe ma restano le incognite legate a trasporti e sovraffollamento
Nelle zone gialle e arancioni addio alla didattica a distanza. Il ministro Speranza: «Rischio calcolato», ma sono diversi i presidi che ritengono non ci siano le condizioni per tornare in presenza al 100%
La didattica a distanza potrebbe avere i giorni contati. Attualmente, nella Calabria zona arancione, a seguire le lezioni da casa sono solo gli studenti delle scuole superiori e non tutti, per effetto della didattica integrata che consente una presenza nelle aule scolastiche di massimo il 50% degli alunni. Dal 26 aprile le cose cambieranno: nelle zone gialle e arancioni addio alla dad. Così prevede il nuovo decreto in arrivo: le lezioni riprenderanno così in presenza al 100% in tutte le scuole di ogni ordine e grado. In zona rossa, invece, studenti in classe fino alla terza media (ora è fino alla prima) mentre alle superiori attività in presenza almeno al 50%.
Una soluzione, quella del ritorno in classe al 100% in zona gialla e arancione, che non è piaciuta a tutti. Antonio Iaconianni, dirigente del Liceo Classico ‘Telesio’ di Cosenza, ad esempio parla di assoluta mancanza di condizioni per riaprire le scuole in presenza. «La Calabria – ha detto -, nel silenzio assordante dei media nazionali, sta pagando un prezzo altissimo al virus, con un elevatissimo numero di contagi giornalieri, con gli ospedali al collasso e con un altissimo numero di vittime». Per questo non si può tornare tutti in classe, o almeno «si lasci la facoltà di scelta alle famiglie». Tra le criticità sottolineate, le migliaia di docenti ancora senza vaccino e gli spazi limitati degli istituti che non consentono di mantenere il giusto distanziamento. «È possibile riportare in pochi metri quadrati 30 studenti per 5 o 6 ore? – si chiede – Vuol dire lanciare una bomba epidemiologica senza precedenti».
Tutte criticità, queste, sollevate anche da altri presidi e dal mondo scientifico. Altro nodo è poi sicuramente quello dei trasporti, che riguarda soprattutto le superiori: il ritorno a scuola del 100% dei ragazzi potrebbe portare ad un eccessivo sovraffollamento dei mezzi e dunque ad un più alto rischio di contagio.
Eppure il ministro della Salute Roberto Speranza parla di «rischio ragionato, non folle», dal momento in cui l’istruzione è l’«architrave della nostra società». Oggi è previsto un incontro tra il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi e i sindacati per fare il punto sui protocolli di sicurezza e sugli esami di terza media e maturità, ormai vicini.