Mesiano: strada “colabrodo”, Provincia e Comune si rimpallano le responsabilità
Il consigliere provinciale Artusa decide di presentare un esposto alla Procura di Vibo per le pessime condizioni dell'arteria che attraversa la frazione di Filandari. Lavori fatti male e sicurezza stradale all’anno zero
“Da mesi ormai chi percorre la provinciale numero 17 nel tratto di Mesiano deve fare i conti con numerosi ostacoli. Oltre ai lavori per la metanizzazione, che hanno reso le strade quasi impraticabili, segnaliamo il maggior pericolo per automobilisti, motociclisti e ciclisti nei dossi e attraversamenti pedonali istallati circa sei mesi fa. Nell’intento di chi li ha istallati – il Comune di Filandari – vi era l’intento di portare maggiore sicurezza nella frazione Mesiano, ma nel tempo si sono rivelati ben altro rispetto a dispositivi di rallentamento, visto che i dossi appena posati si sono rilevati veri e propri trampolini: troppo alti, fatti male e che da subito hanno iniziato a sbriciolarsi, sortendo l’effetto contrario della sicurezza stradale. Dopo le continue lamentele sono arrivate le diffide e nel dicembre scorso Comune di Filandari e Provincia di Vibo hanno rimosso quello più pericoloso, vicino alla banca. La rimozione che ha lasciato la carreggiata stradale in pessime condizioni”. E’ quanto denuncia il consigliere comunale di Filandari, nonché consigliere provinciale, Francesco Artusa, in ordine alle condizioni – pietose – della strada provinciale che attraversa Mesiano di Filandari.
“Tuttora il problema a distanza di molti mesi rimane e si aggrava ogni giorno di più – sottolinea Artusa -, mentre nessuno degli enti fra Comune di Filandari e Provincia di Vibo, oltre alla ditta che ha eseguito i lavori, si interessa per prendere provvedimenti per ristabilire un minimo di sicurezza stradale. Come consigliere comunale e provinciale mi sono recato più volte presso gli uffici comunali e provinciali ricevendo sempre il rimpallo di responsabilità. Domani presenterò un esposto alla Procura di Vibo con relativa diffida perché non possiamo più aspettare che succedano tragedie e poi intervenire come nulla fosse”.