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Operazione Miletos | Microspie nelle cappelle del cimitero per far luce sugli omicidi

Gli investigatori dell’Arma sono riusciti ad effettuare intercettazioni ambientali a Mileto pure nei luoghi in cui sono stati sepolti Giuseppe Mesiano e Angelo Corigliano

Operazione Miletos | Microspie nelle cappelle del cimitero per far luce sugli omicidi

Un tecnico informatico, Gaetano Elia di Mileto, capace di individuare ed eliminare le microspie installate dai carabinieri nella sua auto, ma anche di intercettare abusivamente alcuni stretti congiunti. Ed ancora: “cimici” installate dagli investigatori dell’Arma persino nelle cappelle del cimitero di Mileto e Paravati dove erano stati tumulati Giuseppe Mesiano, ucciso il 17 luglio del 2013, e Angelo Corigliano, ucciso il 20 agosto successivo. E’ quanto emerge dall’operazione antimafia denominata “Miletos”, condotta sul campo dai carabinieri del Nucleo Investigativo di Vibo Valentia, con il coordinamento della Dda di Catanzaro. Tali intercettazioni ambientali si sono rivelate importanti per meglio inquadrare, comprendere ed assicurare alla giustizia gli autori dei due fatti di sangue. In particolare, nella cappella cimiteriale della famiglia Corigliano, gli investigatori sono riusciti a raccogliere lo sfogo di Marianna Ventrici che imprecava contro i responsabili della morte del figlio, Angelo Corigliano, affermando che questi avrebbero dovuto colpire il marito Giuseppe Corigliano.

Intercettazioni ambientali altrettanto importanti pure nella cappella cimiteriale di Paravati di Mileto ove era stato tumulato Giuseppe Mesiano. Dalle attività di ascolto della captazione, i carabinieri sono riusciti a capire il movente che aveva portato all’omicidio di Giuseppe Mesiano, scaturito da radicali dissidi esistenti tra i due rispettivi nuclei familiari, causati dal comportamento di Francesco Mesiano, in libertà dopo aver scontato 20 anni di reclusione per l’omicidio del piccolo Nicholas Green. Lo stesso Mesiano che gli inquirenti ritengono “responsabile delle continue invasioni di terreno del proprio bestiame nei terreni dei Corigliano. Lo stesso Francesco Mesiano era entrato in contrasto con Angelo Corigliano per il rifiuto oppostogli da quest’ultimo di eseguire un danneggiamento ad un supermercato del parente Giuseppe Corigliano. La stessa famiglia Mesiano, del resto, avrebbe nutrito “un notevole astio nei confronti di Francesco Mesiano” a causa dei suoi comportamenti. Significativa al riguardo si è rivelata un’intercettazione ambientale del 15 luglio 2015 quando all’interno della cappella cimiteriale di famiglia, al cospetto della lapide del padre defunto (Giuseppe Mesiano) è stato ascoltato il figlio Paolo Mesiano intento a parlare da solo. “Sopraffatto dal dolore nel ricordare il defunto padre a pochi giorni dall’anniversario della sua scomparsa – sottolinea il gip -, Paolo Mesiano si rammaricava per il fatto che il padre fosse morto per colpa dei suoi figli”. Intercettazioni importanti, dunque, servite agli investigatori per far luce sui due omicidi.

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