Mileto, la pisside ritrovata e il mistero degli altri tesori scomparsi – Video
Dopo la riconsegna del manufatto al vescovo Renzo, l’attenzione del Nucleo Tpc si sposta sugli altri reperti trafugati negli anni nella cittadina normanna
Il ritrovamento della preziosa pisside trafugata a Mileto nel 1979, accende i riflettori sulla piaga del furto e smercio di opere d’arte in Italia, ma anche sul grande lavoro che viene giornalmente svolto dal Nucleo carabinieri per la Tutela del patrimonio culturale del MiC. La recente riconsegna del manufatto argenteo al vescovo della diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea Luigi Renzo – ad opera del comandante del Reparto regionale Tpc Bartolo Taglietti – in questo contesto rappresenta una bella pagina di ripristino della legalità e di riuscita azione di contrasto al malaffare. Indubbiamente un momento importante, suggellato da un’apposita cerimonia svoltasi nella basilica cattedrale e accolto con grande gioia dalla comunità cittadina e dagli esperti ed appassionati del settore.
Significative, al riguardo, le presenze del direttore del Segretariato regionale del MiC Salvatore Patamia, del funzionario della Sabap per le province di Reggio Calabria e Vibo Valentia Daniela Vinci, del comandante provinciale dei carabinieri Bruno Capece e del sindaco Salvatore Fortunato Giordano.Tuttavia, la pisside donata nel 1824 alla “sua” cattedrale dal vescovo dell’epoca Vincenzo Maria Armentano (come detto per fortuna ritornata al mittente grazie alla preziosa attività d’indagine del Comando Tpc Calabria), non è purtroppo l’unica opera d’arte trafugata da Mileto nel corso dei vari decenni. All’appello, infatti, ancora oggi mancano numerosi manufatti argentei e marmorei provenienti dall’antica città, elevata nel 1058 da Ruggero I d’Altavilla a capitale della propria contea normanna, e non solo.
Tra questi, solo per elencarne alcuni rubati negli anni ’80 dello scorso secolo (fra l’altro regolarmente catalogati dalla Soprintendenza di settore), figurano una croce astile, una navicella portaincenso e un ostensorio del XVIII secolo di scuola napoletana e la bellissima Madonna con bambino in marmo attribuita al “Maestro di Mileto”, anonimo scultore attivo nell’Italia meridionale nel XIV secolo. La speranza è che anche queste preziose opere, così come la pisside riconsegnata nelle scorse ore, vengano prima o poi rintracciate e riportate a “casa” dal Comando Tpc della Calabria. Magari, per trovare anch’esse degna collocazione all’interno del locale Museo statale.