Soriano: gazebo del sindaco, non convalidato il sequestro
L’Area Tecnica del Comune emette un’ordinanza di demolizione per una struttura in legno smontabile realizzata oltre dieci anni fa dal padre del primo cittadino
Ordinanza di demolizione per il sindaco che arriva dopo che il pm della Procura di Vibo Valentia, Filomena Aliberti, il 22 marzo scorso non ha convalidato il sequestro di un gazebo. Accade a Soriano Calabro dove il responsabile dell’Area Tecnica, Vincenzo Giannini, ha ordinato al primo cittadino Vincenzo Bartone a rimuovere un gazebo in legno di forma ottogonale “realizzato in assenza di titolo edilizio” dal padre del sindaco ed ereditato nel 2019 per successione. Il gazebo, realizzato con materiale totalmente smontabile, si trova ancorato in un giardino privato ed ha un’altezza di 2,70 metri. L’ordinanza di demolizione del gazebo da parte del responsabile dell’Area tecnica del Comune – emessa nella giornata di martedì e pubblicata sull’Albo pretorio on line nella giornata odierna – arriva dopo una relazione redatta dai carabinieri a seguito di un sopralluogo effettuato il 19 marzo scorso e che aveva portato ad un sequestro da parte dei militari dell’Arma.
Tale sequestro preventivo non è stato però convalidato dal pm della Procura di Vibo, Filomena Aliberti, che il 22 marzo ha così disposto la restituzione del gazebo al proprietario, cioè al sindaco. Scrive il pubblico ministero: “Considerato difatti che, sebbene prime facie l’ipotesi di reato sia fondata, non risulta dal verbale di sequestro e dagli atti trasmessi che, al momento dell’intervento della polizia giudiziaria, fossero in itinere lavori di ampliamento o ristrutturazione o completamento, né il fascicolo fotografico depone per il mancato completamento delle opere che, invece, appaiono ultimate. Sembra, anzi, che l’opera sia di remota costruzione”. Neppure l’astratta “sussistenza del reato paesaggistico giustificherebbe di per sé l’apposizione del vincolo reale”, cioè del sequestro. Questo perché la Cassazione ha stabilito in molteplici sentenze che in tema di sequestro preventivo per reati paesaggistici, la sola esistenza di una struttura abusiva ultimata non integra i requisiti della concretezza ed attualità del pericolo, in assenza di ulteriori elementi idonei a dimostrare che la disponibilità della stessa, da parte del soggetto indagato o di terzi, possa implicare un’effettiva lesione dell’ambiente e del paesaggio”. E’ carente, dunque, nel caso di specie, il c.d. “periculum in mora” e da qui la non convalida del sequestro.
“Si tratta di un gazebo montato oltre dieci anni fa da mio padre – ci ha dichiarato il sindaco Vincenzo Bartone – e da me ereditato nel 2019. Non trovo al momento l’autorizzazione e non ho problemi a smontarlo se non dovessi accedere ad una sanatoria. Non sono disposto però a tollerare strumentalizzazioni”. Una “vicenda” sulla quale val la pena porsi – e li poniamo – due soli interrogativi: come mai ci si accorge solo nel marzo scorso di un gazebo che era lì da oltre 10 anni? Chi doveva “controllare” il territorio – precedenti amministrazioni comunali comprese – come mai in oltre 10 anni non si sono accorti di tale “opera”? Quando si dice “tanto rumore per nulla”.