giovedì,Aprile 25 2024

Il senso di Costa per il Ponte

Almeno a Vibo Valentia possiamo contare su alcune fondamentali ed irrinunciabili certezze: il nostro sindaco ha le idee chiare sui grandi temi del dibattito nazionale, dal ponte sullo Stretto alle Unioni civili. Fin qui tutto bene, se non fosse che…

Il senso di Costa per il Ponte

Meno male che possiamo contare su alcune certezze fondamentali ed irrinunciabili qui a Vibo Valentia altrimenti ci sarebbe, mi perdonassero le sensibili lettrici e gli impressionabili lettori, da bastonarsi lo scroto come ci ha insegnato il buon Tafazzi o, se proprio non conformi a tale pratica masochista, dovremmo solo preparare la valigia per emigrare lontano, onde evitare assistere a cotanta quanto inutile tragedia.

Quello che per i più è conosciuto come “lo sceriffo”, alias u giudici, ovvero il sindaco di Vibo Valentia Elio Costa, in questi giorni si è necessariamente dichiarato contro il Ponte sullo Stretto di Messina, mentre già qualche tempo prima un’altra sua necessaria dichiarazione aveva destato per un attimo dal letargo amministrativo, quella cioè di non voler effettuare unioni civili a coppie dello stesso sesso.

Ponte sullo Stretto, Costa: «Io assolutamente contrario»

Rispetto, pur dissociandomi, le idee espresse di cui non condivido né la necessità e né l’urgenza di renderle pubbliche. Ecco se non fosse che le strade del Comune sono a pezzi; se non fosse che l’acqua continua a non essere potabile; se non fosse che le scuole non danno certezza di staticità oltre a non fornire, come segnalatoci, un servizio mensa; se non fosse che parchi ed aiuole sono pulite da volontari; se non fosse che la raccolta differenziata non è mai partita; se non fosse che le passerelle per l’accesso a mare sono state fatte ad estate inoltrata con procedura d’urgenza come se l’estate fosse arrivata d’improvviso, e la medesima procedura d’urgenza è stata utilizzata per la riparazione di condotte idriche per cifre maggiori e con risultati peggiori; se non fosse che la memoria della nostra antica e nobile città venga incivilmente sepolta (chi difende le antiche mura greche di difesa?); se non fosse che un intero quartiere, benché abusivo (Pennello), stia sprofondando a mare; se non fosse che il percorso delle ex ferrovie calabro lucane prima della passerella televisiva fosse solo teatro di fugaci amori clandestini celati dalla selvaggia vegetazione; se non fosse che il porto della vituperata quanto dimenticata frazione Marina è fermo colle quattro frecce e più che volano di sviluppo è un porto delle nebbie a servizio di pochi interessi all’indomani della figuraccia da condividere con altri soggetti istituzionali, della perdita di un cospicuo finanziamento pubblico per mancata presentazione della planimetria dell’area su cui sarebbe dovuto sorgere la passeggiata; se non fosse che non si vedono per le strade vigili urbani ed operai manutentori da tempo immemore tant’è che è attiva una petizione cittadina a “Chi l’ha Visto?”; se non fosse che per mesi e mesi, poveri cristi partiti dalla battigia libica, hanno vissuto accampati nel Palasport di Vibo Marina in condizioni al limite della decenza; se non fosse che in consiglio comunale non esista un’opposizione e quando esiste si comporta come Bruto con Cesare pugnalando alle spalle il proprio capogruppo o per puntellare una maggioranza volutamente e cripticamente distratta oltre che assente, con una maggioranza usa solo a velleitari quanto inutili cambi di casacca e teste calate per movimentare un dibattito politico stantio ai limiti della noia; se non fosse che visto il gran numero di commissioni dovremmo vedere risultati strabilianti.

Unioni civili, Elio Costa eserciterà l’“obiezione di coscienza”

Se non fosse tutto ciò, beh allora, sorgerebbe il dubbio legittimo: ma guarda tu ‘sto sindaco, dopo aver risolto i problemi della città prende pure posizioni su problemi quali il Ponte sullo Stretto e le unioni civili, ci attendiamo allora una dichiarazione anche per la mancata candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024 e la strabiliante notizia dell’avvistamento della tigre della Tasmania ritenuta ormai estinta da decenni.

Si ha la sensazione, per usare le parole di mio fratello Giancarlo, che “a varca affunda, e nui ‘ndattaccamu a cascetta d’alici”. Speriamo che il nostro necessario sindaco interventista non scivoli su ambiti più internazionali e non dichiari guerra all’Ucraina e alla Bulgaria vista la silente ed irreversibile invasione di badanti nel nostro comune così tanto bene amministrato…

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