Il ministero mette una pietra tombale sullo sviluppo del porto
Addio alla riqualificazione dello scalo di Vibo Marina. Bocciato per carenza della necessaria documentazione il progetto presentato da Vibo Sviluppo, Comune e Camera di commercio. Incompleti gli elaborati. L’ente si è visto recapitare anche una cartella esattoriale di 1,6 milioni di euro. Il Consiglio di Stato deciderà ad ottobre se dovrà restituire la cifra al Mise
Il ministero per lo Sviluppo economico (Mise) ha rigettato la domanda di finanziamento presentata da Vibo Sviluppo, relativa alla riqualificazione infrastrutturale e funzionale del molo generale Malta e della banchina Cortese del Porto di Vibo Marina, progettata dalla Camera di commercio vibonese attraverso un progetto d’idee.
All’origine del rigetto della richiesta di erogazione delle risorse (per un progetto di riqualificazione del valore complessivo di oltre 8 milioni di euro di cui 6,5 milioni per la realizzazione dell’opera e 1,6 circa per lo svolgimento dei compiti amministrativi) vi è la motivazione di carenze nella documentazione presentata a supporto della progettazione.
Il Mise, infatti, ricorda a Vibo Sviluppo come, già in data 4 aprile 2016, il responsabile del procedimento avesse riscontrato che la documentazione per il riesame del progetto avrebbe dovuto essere corredata da una relazione tecnica con adeguati elaborati (planimetrie, etc.) a firma di un tecnico abilitato, con i quali motivare lo stralcio del progetto a seguito della ridotta area di pertinenza messa a disposizione dalla Capitaneria di Porto al Comune di Vibo ed in relazione alle verifiche statiche effettuate sul manufatto di sedime.
A seguito di quella richiesta, nessuna documentazione utile alla valutazione del progetto, ai fini dell’ammissibilità dello stesso è più pervenuta al ministero, che, pertanto, nel ribadire l’impossibilità di approvare il finanziamento ha rigettato la domanda avanzata dal soggetto responsabile del Patto territoriale della provincia di Vibo Valentia.
Già nel settembre del 2015 il mise aveva comunicato l’impossibilità di approvare il finanziamento del progetto presentato. Comunicazione alla quale erano seguite le osservazioni di Vibo Sviluppo che sono state ora respinte in blocco così come la proposta di riqualificazione del porto. Avverso il provvedimento, Vibo Sviluppo potrà ora presentare ricorso al Tar o al presidente della Repubblica, rispettivamente entro 60 e 120 giorni.
Rimane ancora “sub judice” la questione della quota di finanziamento di 1,6 milioni di euro destinata ai compiti amministrativi e della quale il Mise ha chiesto la restituzione perché indebitamente corrisposto in precedenza, incassando già una sentenza favorevole del Tar. Giudizio al quale si è sua volta appellata Vibo Sviluppo che nel frattempo ha ricevuto una cartella esattoriale dal ministero. Sul caso, è datata al 28 aprile scorso l’ordinanza del Consiglio di Stato che respinge l’istanza cautelare (relativamente alla sentenza del Tar) e dispone la trattazione nel merito nell’udienza del prossimo 13 ottobre.