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Incidenti mortali sull’A3, avviso di conclusione indagini per 13 persone

Si tratta di funzionari Anas, imprenditori e un camionista. In due terribili sinistri, avvenuti il 23 novembre 2015 e il 1° marzo 2016, persero la vita cinque giovani del Reggino tra i 19 e i 24 anni

Incidenti mortali sull’A3, avviso di conclusione indagini per 13 persone

Sono 13 tra funzionari Anas, imprenditori e un camionista le persone raggiunte da un avviso di conclusione indagini in relazione all’inchiesta su due terribili incidenti mortali avvenuti lungo l’autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria nel tratto vibonese nei pressi dello svincolo di Mileto, verificatisi la notte del 23 novembre 2015 e la notte del 1 marzo del 2016 in cui persero la vita, rispettivamente, Domenico Napoli, 19enne di Cinquefrondi e Fortunato Calderazzo (22 anni), Marzio Canerossi (22), Giuseppe Speranza (24) e Francesco Carrozza (22) tutti di Gioia Tauro. 

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A riferirlo il Quotidiano del Sud. Le persone raggiunte dall’avviso di conclusione indagini, spiccato dal pm della Procura della Repubblica di Vibo Benedetta Callea, sono Fulvio De Paolis, Arnaldo Tessieri e Bernardino Cipolloni, dirigenti Anas, collaudatori del tratto autostradale interessato; Giovanni Fiordaliso (classe ’78), dirigente Anas e direttore del centro manutenzione; Consolato Cutrupi, dirigente Anas e Responsabile unico del procedimento; Mohammad Ali Sangelaji, legale rappresentante pro tempore della Società Italiana per condotte d’acqua Spa, impresa esecutrice dei lavori di ammodernamento; Sergio Lagrotteria, direttore dei lavori per conto di Condotte d’acqua Spa; Giovanni Fiordaliso (classe ’70), dirigente Anas e direttore dei lavori del lotto di ammodernamento in questione compreso tra lo svincolo di Serre e quello di Mileto. 

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Agli stessi la Procura contesta anche la violazione delle norme sulla disciplina della sicurezza stradale. Per Franco Forni, Salvatore Scoppetta, Antonio Grimaldi e Salvatore Esposito, progettisti del tunnel artificiale (per conto della società “Progin Spa” di Roma), l’accusa ipotizzata – riferisce sempre il Quotidiano del Sud – riguarda «la mancata predisposizione di adeguati sistemi e dispositivi di ritenuta idonei a contenere i veicoli che fuoriuscivano dalla sede stradale e di protezione dello spigolo/montante destro del portale rettangolare dell’imbocco della stessa, da intendersi quale ostacolo fisso laterale pericoloso». 

Tra gli indagati vi è anche Antonio Capomolla, l’autista del tir che investì la Fiat 500L delle vittime dell’incidente del 1° marzo 2016. 

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Ad assistere gli indagati sono gli avvocati Rosa Giorno, Anselmo Torchia, Francesco Arena, Silvia Liviabella, Antonio Voce, Antonio Managò e Marco Gemelli, Antonio De Nuccio, Giovanni Grotteria, Gaetano Servello e Alfonso Stile, mentre le famiglie delle vittime sono rappresentate dagli avvocati Guido Contestabile, Girolamo La Rosa, Sarino Melissei e Antonio Tommaselli.

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