Cani randagi catturati e lasciati senza cure, l’Enpa pronta a denunciare l’Asp
I volontari dell’associazione animalista di Vibo e Pizzo e il consigliere comunale vibonese Mercadante mettono all’indice il «vergognoso sistema di gestione del randagismo che ingloba l’azienda sanitaria e i comuni»
L’associazione animalista Enpa, sezioni di Vibo Valentia e Pizzo, insieme ad altri volontari presenti sul territorio, in collaborazione con il consigliere comunale di Vibo Valentia Samantha Mercadante, hanno deciso di «denunciare pubblicamente il vergognoso sistema che ingloba Asp, Comuni e istituzioni riguardo i canili e il randagismo in generale».
Per i volontari dell’associazione «Il Sud in genere non si è mai distinto per grande civiltà, rispetto e amore verso gli animali, becera mentalità che purtroppo pare esser propria anche delle istituzioni! Dopo questa notte non staremo più in silenzio e la terza denuncia, dopo la storia di Luce e di Ciccio, è già pronta per l’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia. Un cane accalappiato alle 2.30 di questa notte è stato lasciato dolorante e senza cure all’interno del canile municipale perché il veterinario reperibile non è messo in condizione dall’Asp di poter fare neanche un’ecografia. Perché non abbiamo un ambulatorio fruibile h24, perché non abbiamo un canile sanitario. E dopo il danno la beffa: questa mattina nessun veterinario si è presentato al canile per il suddetto cane!».
Le volontarie, «con una tenacia da far tremare anche le poltrone dei piani più alti», solo dopo «minaccia di chiamare i carabinieri e dopo essersi sentite citare l’art. 7 della Legge regionale n. 4/2000, che prevede l’abbattimento di un cane ritenuto incurabile, sono riuscite ad ottenere le cure per l’animale. E si, perché il cane non risulta affatto incurabile. Il cane è stato portato in un ambulatorio del capoluogo, e dopo un esame ecografico e lastre all’addome è stata diagnosticata un’ascite causata da un’insufficienza epatica. È stata fatta una piccola operazione per inserire il drenaggio permanente e ora si trova in canile. Anche se ancora non è fuori pericolo. Anche solo poche ore in più per il piccolo, che le volontarie hanno chiamato Michelangelo, potevano essere fatali».
L’Enpa insiste «per la legge ciò che è successo questa notte, come altre innumerevoli notti, è perseguibile penalmente secondo l’art. 544-ter del Codice Penale. Siamo stanchi delle inadempienze, siamo stanchi delle atrocità silenti che ogni giorno vengono perpetrate a danno degli animali o solo per poterci lucrare. Siamo stanche di dover combattere per i diritti che in realtà ci spettano e spettano agli animali per legge e non per fantasie psicotiche degli animalisti. Che ognuno faccia il suo dovere – concludono i volontari -, se non per coscienza, almeno per il ruolo che ricopre da cui derivano non solo onori, ma anche oneri».